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Lunedì, 29 Aprile 2024
Notizie dall'Umbria

Nasconde 800mila euro a Panama per non pagare le tasse: condannato

Titolare di un’impresa a Castiglione del Lago, l'uomo era stato fermato mentre cercava di passare la frontiera con la Svizzera con 10mila euro in borsa e tutti i documenti che attestavano l’evasione fiscale

Nasconde a Panama quasi 800mila euro di investimenti e proventi di attività finanziarie per non pagare le tasse, ma viene scoperto e condannato.

La Corte di cassazione ha confermato la condanna a un anno di reclusione, ulteriormente ridotta a otto mesi e 15 giorni di reclusione per il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, e infine ridotta alla pena finale di cinque mesi e venti giorni di reclusione per la diminuente del rito, a carico di un imprenditore accusato di “evadere l’imposta sui redditi Irpef dovuta, pari ad euro 317.498,98”, omettendo “di indicare (…) nella dichiarazione annuale relativa all’anno di imposta 2015 (...) investimenti e attività finanziarie detenute in Panama, pari a euro 738.368,40, per i quali non era stata dimostrata, con idonei mezzi di prova, l’avvenuta tassazione all’estero o il riferimento ai redditi esenti, e risultando, pertanto, rilevanti ai fini della determinazione del reddito imponibile prodotto in Italia”.

L’imputato, uno straniero con impresa a Castiglione del Lago - difeso dall’avvocato Franco Libori - era stato fermato “al confine tra l’Italia e la Svizzera con la somma di euro 10mila in denaro contante e con i documenti relativi al reato contestato, ossia in un contesto di reiterazione della condotta delittuosa”. Per i giudici di Cassazione “si tratta di motivazione idonea, essendo stati sottolineati i plurimi aspetti di gravità della condotta e di non occasionalità della stessa, giudicati assorbenti nella esclusione della lieve entità del fatto al fine della applicazione della causa di non punibilità” ribadendo “la gravità della condotta e l'entità del danno, oltre che della condotta complessiva posta in essere” dall’imputato, con conseguente dichiarazione di inammissibilità del ricorso e condanna al pagamento di 3mila euro in favore della cassa delle ammende.

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