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Coronavirus, ‘caos’ applicazione delle quarantene scolastiche: “Un calvario sulle spalle dei nostri figli e figlie”

Iniziativa del Comitato a Scuola Umbria: “Abbiamo inviato una lettera agli Uffici Regionali competenti nonché ai Prefetti che al fine di richiamare i dirigenti scolastici”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Comitato a Scuola Umbria che annuncia un’iniziativa adottata: “A seguito di segnalazioni ricevute sulla scorretta applicazione della norma riguardante le quarantene scolastiche”. Di seguito l’intervento.

“Classi in quarantena per bambini mai stati presenti o per alunni sommati in maniera randomica, quarantene disposte dai dirigenti scolastici senza neanche avere esiti dei tamponi. Bambini lasciati fuori dalle scuole anche 30 minuti, in attesa di controllare i moduli di rientro da quarantena. Insomma un calvario sulle spalle dei nostri figli e delle nostre figlie che sembra non finire.

Sono tante le segnalazioni che ci provengono da tutto il territorio regionale da parte delle famiglie ormai esasperate. Se lo scorso anno a chiudere erano Regione ed Enti Locali, quest'anno gli sceriffi che impediscono un normale accesso ai luoghi deputati all'istruzione sembrano essere i dirigenti scolastici. Per questo il Comitato a Scuola Umbria ha inviato al Commissario per l'emergenza D'Angelo, all'Ufficio Regionale Scolastico e ai Prefetti delle Provincia di Perugia e Terni, una lettera in cui si chiede che sia richiamata l'applicazione corretta della normativa nazionale.

Ricordiamo, infatti che la priorità del Governo è quella di assicurare la presenza scolastica per evitare la didattica a distanza che si è dimostrata, non solo inefficace dal punto di vista didattico, ma anche dannosa per quanto riguarda la salute psico-fisica degli studenti. La scelta di limitare la didattica a distanza è stata fortemente voluta in quanto i dati sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti sono allarmanti: i reparti ospedalieri non sono pieni di studenti ammalati di Covid (se non pochi casi in forma lieve) ma di adolescenti che provano a togliersi la vita. È questa la realtà con cui dobbiamo fare i conti.

Tutto questo, che è stato riportato da Repubblica qualche giorno fa, è certamente dovuto a restrizioni sanitarie così pesanti, e a volte inutili, che determinano un lockdown selettivo e continuo per i più giovani. Chiunque quindi agisca in maniera inappropriata e illegittima si rende complice della sofferenza imposta ai più giovani e la nostra Associazione continuerà a contrastare in maniera sempre più forte ogni misura che si configuri come danno diretto o indiretto alla salute e al benessere psico-fisico dei minori.

In attesa che, come da noi richiesto attraverso la Rete Nazionale Scuola in Presenza, i protocolli vengano semplificati, ci auguriamo che i Dirigenti scolastici vengano ripresi dagli uffici competenti, in quanto si profilano a loro carico reati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico esercizio. Dopo due anni ricorrere continuamente alla didattica a distanza non solo significa, non avere a cuore la scuola e il suo compito, ma segnala anche una diffusa incompetenza”.

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