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La Lega chiede di fermare l'emorragia di banche in Umbria. Tesei: "Non possiamo imporre scelte agli istituti di credito"

Passa la mozione dei leghisti in consiglio regionale che sollecita la giunta a interloquire con gli istituti di credito per evitare ulteriori chiusure nei territori

Passa all'unanimità in assemblea legislativa la mozione dei leghisti Mancini, Pastorelli, Fioroni e Nicchi che impegna la Giunta “ad avviare un confronto con gli istituti di credito presenti nel territorio regionale e ad attivarsi in tutte le sedi istituzionali necessarie per scongiurare la chiusura delle filiali bancarie, in particolare nei piccoli comuni”.

"Bisogna ribellarsi a questo sistema di chiusure indiscriminate"

Illustrando l’atto in Aula, Mancini ha ricordato che “durante la recente sessione del ‘Consiglio regionale dell’economia e del lavoro’ è stato messo ulteriormente in evidenza quanto la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione abbiano bisogno di quel carburante fondamentale rappresentato dal credito. Invece, ormai da alcuni anni, stiamo assistendo alla chiusura sempre più numerosa di filiali bancarie nel nostro territorio regionale, ed in particolare nei piccoli comuni.

La presenza di filiali bancarie - prosegue il consigliere leghista - costituisce un servizio essenziale per i cittadini e per le imprese che operano nel territorio di riferimento. Le chiusure riguardano soprattutto i piccoli comuni, che hanno una popolazione per lo più anziana e collegamenti internet e di trasporto pubblico poco sviluppati. La chiusura delle filiali bancarie determina anche una perdita di posti di lavoro nel settore del credito.

I sindaci dell’Umbria, insieme ad Anci Umbria, stanno portando avanti una serie di iniziative volte a scongiurare la chiusura delle filiali bancarie nel territorio regionale. Dagli incontri che abbiamo avuto in Seconda commissione - osserva Mancini -, abbiamo potuto verificare che ci sono comuni in cui ci sono depositi e c’è richiesta di investimenti, ma dove in cui le filiali vengono inspiegabilmente chiuse. Con la sola apparente motivazione di salvaguardare i profitti delle banche riducendo i costi. Ciò avviene in molte regioni d’Italia, che devono ribellarsi a questo sistema”.

Tesei: "Ok a interlocuzione, me non possiamo imporre scelte agli istituti di credito"

Sul punto si era già espressa nella mattinata di question time di oggi, 14 giugno, la presidente Tesei sollecitata da una interrogazione sempre del gruppo Lega e presentata dai consiglieri Peppucci, Carissimi, Rondini e Daniele Nicchi. 

Nello specifico, gli esponenti del Carroccio chiedevano di “conoscere lo stato attuale dei servizi bancari attivi nel comune di Castel Ritaldi; sapere se la Giunta ha esaminato le problematiche della chiusura delle filiali bancarie nei piccoli comuni umbri; rendere noto quali azioni intende mettere in campo per tutelare i diritti dei cittadini di piccole realtà dell’Umbria”.

La presidente Tesei ha dapprima illustrato il quadro della situazione del paese nel suo complesso. Solo lo scorso anno, in Italia c’è stata una riduzione di 831 sportelli bancari, in Umbria 15 in meno, da 407 a 392, tutti in provincia di Perugia. “La transizione digitale – ha spiegato la Presidente – ha determinato una riorganizzazione che ha portato alla chiusura in dieci anni di oltre 10mila sportelli in Italia, anche se siamo ancora quarti in Europa per numero di filiali.

La chiusura di sportelli nei centri minori - prosegue la presidente - è un tema molto impattante e questa Giunta regionale è impegnata, insieme agli Enti locali, a una sensibilizzazione delle banche sulla tutela dei servizi ritenuti essenziali dalla popolazione, cercando di salvaguardare presidi e servizi soprattutto nelle aree interne, ma si deve considerare l’autonomia degli Istituti bancari, a cui non possiamo imporre delle scelte. Va avanti una interlocuzione per garantire tali servizi alle comunità, con attenzione soprattutto ai comuni più piccoli”.

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