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Pazienti umbri migrati a Roma per l'ECMO. Rispondono i direttori generali degli ospedali di Perugia e Terni

I direttori generali precisano che le due aziende ospedaliere dispongono delle strutture necessarie ma che in un momento di emergenza sanitaria "l’utilizzo di una procedura altamente specialistica è di difficile attuazione".

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato congiunto dei direttori generali delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni, Marcello Giannico e Pasquale Chiarelli, relativo ai presunti due pazienti migrati verso gli ospedali romani per sottporsi alla procedura specialistica ECMO (ossigenazione extracorporea a membrana).

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"In merito all’articolo del “Il Messaggero” pubblicato ieri 10 marzo 2021, relativo al trasferimento di due pazienti dall’ospedale di Perugia verso ospedali di Roma da sottoporre a procedura specialistica ECMO, è nostro obbligo esprimere pubblicamente dei chiarimenti sui fatti e sulle scelte sanitarie adottate, non solo per dovere di cronaca, ma soprattutto per tranquillizzare i cittadini che si rivolgono alle nostre strutture sanitarie dove vi operano professionisti competenti e coscienziosi che svolgono scrupolosamente il loro lavoro con l’unico obiettivo di curare al meglio i propri pazienti.

L'ECMO o ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (in italiano Ossigenazione Extracorporea a Membrana) è una tecnica di circolazione extracorporea utilizzata in ambito di rianimazione per trattare pazienti con insufficienza cardiaca (ECMO- veno-arterioso) e/o respiratoria (ECMO – veno-venoso) acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento farmacologico e medico convenzionale massimale.

Nel 2009 la Conferenza Sato Regioni ha istituito la Rete nazionale per la gestione della sindrome da insufficienza respiratoria acuta grave da polmoniti da virus A (H1N1) e l’eventuale utilizzo della terapia ECMO, elencando gli ospedali – centri specialistici di riferimento che ne fanno parte. Tra questi non vi sono né l’Azienda Ospedaliera di Perugia né l’azienda Ospedaliera di Terni.

Riportiamo qui il link per consultare l’elenco dei centri di riferimento ECMO

Inoltre, l’organizzazione scientifica internazionale ELSO (Extracorporeal Life Support Organization) con le linee guida emanate il 20 marzo 2020 su “ECMO per Paziente COVID-19 con Insufficienza Cardiopolmonare Severa” raccomanda "[...]l’utilizzo dell’ECMO qualora l'approccio convenzionale fallisca. In considerazione dell'intenso utilizzo di risorse ospedaliere, del notevole addestramento richiesto al personale e dei fabbisogni multidisciplinari associati all'istituzione di un programma ECMO, ELSO ha una posizione contraria rispetto al raccomandare l'istituzione di nuovi centri ECMO con il solo scopo di gestire dei pazienti con COVID-19. Come dichiarato in un recente articolo pubblicato da leader di ELSO su JAMA, in riferimento a centri non esperti, “l'ECMO non rappresenta una terapia da proporre in modo affrettato, in prima linea, quando tutte le risorse siano utilizzate in modo massimale durante una pandemia.” Una lista dei centri ECMO esperti è disponibile sul sito di ELSO. Nel corso dell'escalation dei casi di COVID-19, è ragionevole concentrare i pazienti caratterizzati dalla maggiore potenzialità di beneficiare del ricevere l'ECMO in un ospedale ove sia disponibile un ECMO team esperto”.

Da anni sia l’Azienda Ospedaliera di Perugia che l’Azienda Ospedaliera di Terni possono effettuare il trattamento ECMO veno-venoso e veno-arterioso, ma tale metodica richiede una elevata attività assistenziale e il coinvolgimento di una equipe multidisciplinare (anestesista-rianimatore, cardiochirurgo) che in questo momento di emergenza pandemica, vista la riorganizzazione delle attività e risorse in particolare nelle terapie intensive, l’utilizzo di una procedura altamente specialistica è di difficile attuazione.

Le linee guida SIAARTI, Società scientifica di riferimento per anestesisti e rianimatori, raccomandano tale procedura nei pazienti Covid-19 solo in casi altamente selezionati da erogare nei centri di riferimento italiani. Data l’esiguità della casistica, l’ospedale di Perugia e di Terni non appartengono alla rete RESPIRA".

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