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Stadio-clinica, il nodo dei soldi: quanto costano i privati e quanto serve per il riequilibrio su Terni

Le cinque strutture fino ad oggi accreditate incassano dalla sanità regionale poco più di 21 milioni di euro e 13 dalle altre regioni. I conti per i 95 posti “accreditabili” sul territorio

“Segui i soldi”, si diceva all’epoca del Watergate, lo scandalo che qualche decennio fa travolse la presidenza Nixon negli Stati Uniti d’America. Seppure di scandalo non si tratta, capire i conti può essere utile per inquadrare meglio i fenomeni. E in questo caso - si tratta di sanità privata - i soldi sono un passaggio importante. Forse anche più di quello politico.

La recente delibera di giunta regionale sul fabbisogno di posti letto ospedalieri in Umbria dice che nel Ternano, in virtù del processo di riequilibrio, sono “accreditabili” 95 posti letto di sanità privata, fermi restando i 282 già attivati nel territorio del Perugino. Questo significa che i nuovi posti letto si andranno ad aggiungere a quelli già presenti e che – dunque – ci sarà bisogno di risorse aggiuntive. Quante? Quali?

Il peso economico della sanità privata in Umbria si può ricavare da alcuni documenti. L’ultimo, in ordine di tempo, è la delibera della giunta regionale numero 664 approvata nella seduta dello scorso 30 giugno 2022 su proposta dell’assessore regionale alla salute, Luca Coletto - assente in quella riunione - che ha come oggetto gli “Accordi contrattuali tra le strutture erogatrici pubbliche e tra le Aziende USL e le strutture private che intrattengono rapporti con il Servizio Sanitario Regionale per l’anno 2022”.

A pagina 9 viene spiegato che i “tetti di prestazioni in favore dei residenti della regione” e quindi pagati con i soldi della sanità umbra in favore delle cinque cliniche operative (Villa Fiorita, Porta Sole, Sagisc, Liotti e Villa Aurora) ammontano a 21.732.237 euro ai quali si aggiungono le prestazioni in favore di cittadini residenti in altre regioni - e quindi pagati da altre Regioni - pari a 12.655.072 euro per un totale di 34.387.309 euro.

Di fatto, la sanità privata “costa” all’Umbria circa 21 milioni di euro a fronte di una spesa sanitaria regionale che oscilla fra 1,7 e 1,8 miliardi di euro che rappresentano - di fatto - circa tre quarti del bilancio regionale.

Se dunque i posti esistenti non vengono ridotti in favore del riequilibrio ma questo comporta un incremento – appunto – di posti letto, va da sé che anche le risorse debbano essere incrementate per garantire copertura finanziaria all’eventuale accreditamento. E il conto, molto grossolano ma che rende comunque l’idea, dice che per i 95 posti letto “ternani” servono circa 7 milioni di euro. Che dovranno essere in qualche modo recuperati in seno al “riparto” che annualmente sposta risorse dalla sanità nazionale a quella regionale.

A patto che il ministero della salute certifichi la proposta dell’Umbria e che dunque, in base alle regole fissate a livello centrale, il cuore verde d’Italia possa contare dunque su un incremento di posti letto gestiti da strutture private ma pagati dal pubblico e sulle necessarie risorse. Un problema politico, sicuramente, ma anche economico, pur a fronte del fatto che – rispetto ad una spesa prossima ai 2 miliardi di euro – i poco più di 7 necessari al Ternano non sono un’eresia. Ma vanno comunque trovati.

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