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Seconde case più care a Terni: “Ex addizionale Tasi ad un soffio dal livello massimo potenzialmente raggiungibile”

L’analisi di Caf Uil Umbria e le riflessioni di Gino Venturi: “Occorre finalmente mettere mano alla riforma del catasto attesa invano da 30 anni ponendo fine alle tante iniquità che gli estimi attualmente presentano”

Una scadenza che si avvicina, ed è ormai sempre più prossima. Mercoledì 16 giugno infatti è il termine ultimo per il pagamento dell’acconto IMU ossia l’Imposta Municipale Unica, che colpisce gli immobili, ed interesserà circa 25 milioni di proprietari. Il Caf Uil Umbria ha elaborato uno studio, che fa riferimento espressamente ai due capoluoghi di Perugia e Terni, ed il quale si basa sulle risultanze del rapporto IMU curato dal Servizio lavoro, coesione e territorio del sindacato. I costi indicati sono stati rapportati ad un’abitazione tipo con rendita catastale derivante dalla media ponderata delle abitazioni, ubicate in ogni singola città capoluogo, sulla scorta dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate.

L’approfondimento

In primo luogo il Caf Uil Umbria ha monitorato l’importo Imu, ragguagliato alle seconde abitazioni.
“A fronte di una media nazionale equivalente ad un acconto di 535 euro (saldo annuo 1070), il conto a Perugia si ferma a 425 euro (saldo annuo 849), mentre più elevato risulta a Terni con 443 euro (saldo annuo 885)” si legge nel report. “La differenza equivalente a 36 euro fra i due capoluoghi dipende anche dalle diverse aliquote applicate che sono pari al 10,6 per mille nel capoluogo regionale e salgono all’11,2 per mille a Terni, dove è in vigore la cosiddetta “ex addizionale Tasi”, la quale può arrivare fino ad un massimo dello 0,8 per mille, e fu introdotta negli scorsi anni con l’obiettivo di finanziare le detrazioni per le abitazioni principali. Dunque Terni, uno dei diciotto capoluoghi di provincia ad applicare il balzello extra, si ferma ad un soffio dalla soglia dell’11,4 per mille, il livello massimo potenzialmente raggiungibile”.

Secondo step del monitoraggio l’analisi concernente l’effetto dell’IMU che riguarda le prime abitazioni di lusso, ossia quelle catalogabili nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. In questo caso: “Le differenze fra le due città umbre tendono ad aumentare vistosamente. Se infatti la media nazionale dell’acconto di giugno che interessa queste tipologie di immobili è di 1311 euro (saldo annuo 2623), Perugia si conferma nettamente più cara con un importo di 1791 euro (saldo annuo 3582), mentre a Terni si verserebbero solo 984 euro (saldo annuo 1968), pur a fronte di aliquote identiche del 6 per mille, leggermente superiori al 5,9 per mille calcolato come media nazionale”. Infine lo studio analizza l’impatto della tassazione sulle seconde pertinenze, relative all’abitazione principale, tenendo conto che i costi elaborati si riferiscono alle rendite medie calcolate per una cantina di circa 8 mq ed un garage di circa 18 mq, sempre con fonte Agenzia delle Entrate. “A tal proposito il costo a livello nazionale annuo equivale a 55 euro (prima rata 28), determinata come media fra i 33 euro della cantina tipo ed i 76 euro del box medio.  Qui i costi di Perugia e Terni quasi si equivalgono con Perugia pari a 40 euro annui (23 euro per la cantina e 56 euro per il box) e Terni a 39 euro annui (24 euro per la cantina e 54 euro per il box)”.

A margine dello studio il segretario Uil Umbria Gino Venturi osserva: “Occorre finalmente mettere mano alla riforma del catasto attesa invano da 30 anni ponendo fine alle tante iniquità che gli estimi attualmente presentano, ma con il presupposto che i cittadini non possono comunque sopportare un aumento della fiscalità locale”.

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