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Terni Reti, “bilancino” 2021 in utile ma scatta il contenzioso con Umbria Distribuzione

L’amministratore della partecipata Befani fa il punto in commissione: “Dobbiamo incassare canoni del gas, abbiamo inviato ingiunzione di pagamento”

Il bilancio semestrale 2021 di Terni Reti è in utile “ma in questa fase abbiamo credito e non liquidità”. Il tutto a causa del contenzioso aperto tra le due società “cugine”, entrambe partecipate dal Comune, la stessa Terni Reti e Umbria Distribuzione. A fare il punto della situazione finanziaria in terza commissione comunale, giovedì mattina, è l’amministratore unico di Terni Reti, Carlo Befani.   

Il “bilancino” di Terni Reti, ossia il documento economico che riguarda la prima metà dell’anno, dovrà essere approvato nelle prossime sedute del consiglio d’amministrazione. “L’idea - spiega Befani - è di presentare i nostri conti basati su un utile lordo che supera i 300 mila euro. Un buon risultato, se si pensa che nel 2019, annata pre-pandemia, l’utile di questa società era di 68 mila euro. Quindi è un risultato molto interessante”. 

I conti dunque tornano, ma poi se si apre la “cassa” di Terni Reti qualcosa non va. “Dobbiamo ancora incassare da Umbria Distribuzione i canoni relativi al gas e questo ci porta ad avere un credito, non cassa. E’ un problema che stiamo affrontando anche in maniera serrata in queste settimane, con interlocuzioni che si rincorrono con la Direzione attività finanziarie. Personalmente sono sempre contrario ad aprire contenziosi, in particolare quando si tratta di due aziende partecipate dal Comune, anche per non aprire percorsi che hanno tempi che mal si conciliano con le necessità di due società come le nostre. Però abbiamo aperto un contenzioso tramite una ingiunzione di pagamento per il riconoscimento dei canoni di distribuzione del gas, anche in virtù dei pareri legali su cui possiamo contare, che ci dicono che il rischio di non ottenerli è relativamente basso”. Nel frattempo Terni Reti aspetta di capire come finirà l’altro contenzioso aperto, quello avviato nel giugno 2020 con una banca per una questione relativa a un prodotto derivato. “Da questo punto di vista - conclude Befani - puntiamo a ottenere risultati entro 18 mesi, abbiamo dalla nostra una giurisprudenza positiva”. 

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