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Treofan, stretta finale dei sindacati. Il confronto con la direzione aziendale e il documento inviato al ministero

I sindacati premono il piede sull'acceleratore e formulano proposte per la riorganizzazione del sito di Terni, gli investimenti e la questione occupazionale. Treofan temporeggia, ma il ministero fa pressioni.

La vicenda Treofan si sta incamminando verso la stretta finale. Proprio in questi giorni le sigle sindacali (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil) hanno inviato una proposta all'azienda nella quale chiedono una definizione chiara sulla certezza degli investimenti, la continuità produttiva, il mantenimento degli ordinativi e i clienti, l'implementazione dell'organico e gli investimenti sulla ricerca nella bioplastica e i nuovi prodotti. 

Un braccio di ferro fra sindacati, ministero dello Sviluppo Economico e amministratore delegato della Treofan per giungere ad un accordo che possa offrire rassicurazioni ai lavoratori. Un confronto aspro che si è concluso con un sostanziale temporeggiamento della direzione della Treofan per un aggiornamento interno con il management aziendale. Intanto, le richieste dei lavoratori sono state messe nero su bianco e inviate al ministero affinché possano essere attuate le proposte organizzative, produttive, occupazionali e gli investimenti richiesti al fine di chiudere la vicenda e lo sciopero in atto da due settimane. 

"Come sigle sindacali e in rappresentanza dei lavoratori - si legge in una nota -  ci aspettiamo risposte concrete dall'azienda in alternativa alle dichiarazioni di vendita dei giorni scorsi, peraltro ribadite sul tavolo ministeriale, che allontanino definitivamente per i prossimi tre anni aloni di chiusure e ridimensionamenti, che hanno caratterizzato le scelte del management aziendale di questi ultimi mesi. Il ministero dello Sviluppo Economico riprendendo le argomentazioni dei sindacati, ha ammonito l'azienda dal continuare a sostenere che le difficoltà dello stabilimento nascono con gli effetti negativi dello sciopero messo in atto dai lavoratori, in quanto iniziative di spostamento delle produzioni e clienti sono iniziate molto prima delle iniziative di lotta e che anzi è stata la risposta agli atteggiamenti aziendali.

Insomma, i sindacati premono sull'acceleratore sollecitando risposte urgenti affinché non si accentui la situazione di difficoltà presente all’interno dell’unità produttiva e risolvere il prima possibile la vertenza in atto. Ne va della continuità e la sicurezza produttiva, quindi il futuro, del sito di Terni.

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