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Cronaca

Auto no-cost, scatta l’indagine dell’Antitrust: pratiche commerciali scorrette

Finanziamenti concessi senza le necessarie garanzie e “condotte aggressive” della società: le verifiche dell’Autorità per la concorrenza

L’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato ha avviato una indagine sulla Vantage Group srl sul sistema delle auto a costo zero. Il fascicolo su cui l’Antitrust sta lavorando si compone di centinaia di segnalazioni da parte di numerose associazioni di consumatori sparse in tutta Italia che fanno riferimento a possibili “pratiche commerciali scorrette” in relazione alla proposta della srl che offriva ai suoi clienti un servizio di “auto no-cost”, per cui le rate pagate per l’acquisto dell’auto sarebbero rimborsate dalla società in cambio di pubblicità da esporre sulla vettura con appositi adesivi. Ossia, il cosiddetto carvertising.

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Le segnalazioni raccolte tra febbraio 2016 e marzo 2019 riguardano l’intermediazione per l’acquisto di veicoli e vendita di spazi pubblicitari da apporre sulle stesse vetture. L’Antitrust spiega che l’offerta “My Car No Cost” consentirebbe di acquistare automobili a costo zero, o con un prezzo fortemente ridotto, impegnandosi a corrispondere agli aderenti un rimborso mensile. “La falsa prospettazione del completo rimborso di tutte le rate di finanziamento, l’addebito di costi a fronte di servizi destinati a non essere erogati e il carattere piramidale” sono gli aspetti su cui l’Antitrust sta cercando di fare luce.

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L’azienda ha smesso di rimborsare le rate circa un anno fa. In diversi casi analizzati nel corso degli ultimi mesi (centinaia le auto no-cost che girano anche per le strade del Ternano, alcune delle quali senza più personalizzazione) è emerso non solo nessuno dei consumatori finanziati aveva il merito creditizio idoneo all’importo e alle condizioni economiche applicate (ossia, forniva le garanzie necessarie per poter erogare il credito), ma sarebbero stati autorizzati importi sproporzionati rispetto al reale costo dell’auto acquistata. Questo anche perché nel finanziamento complessivo si inserivano i costi della polizza fidejussoria e della personalizzazione dell’auto, pari ad oltre seimila euro, che andavano così ad incrementare il monte degli interessi.

Il risultato è che attualmente molti clienti si ritrovano con un’esposizione rateale mensile insostenibile, con il rischio di non poter onorare il debito con conseguente inadempimento, segnalazione negativa nei sistemi di informazione creditizia e impossibilità di accedere al credito con un orizzonte temporale non calcolabile. Nel fascicolo dell’Antitrust compaiono altri casi in cui i consumatori hanno denunciato una “condotta aggressiva”: la società avrebbe infatti costretto i drivers ad acquistare degli smartphone con la medesima formula “a costo zero” quale retribuzione per l’attività pubblicitaria.

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