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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Terni, rissa a colpi di bastoni e coltelli per una bicicletta nel parcheggio di una discoteca: assolti

Sentenza definitiva per i fatti avvenuti nel settembre del 2017

Insulti, calci, pugni, coltelli e bastoni. È innegabile che il 2 settembre del 2017 ci sia stata una rissa e che i partecipanti se le siano promesse e date, le botte. Per la giustizia, però, gli unici due finiti sotto processo sono innocenti, o quanto meno non è dato provare la loro partecipazione attiva né l’aver scatenato la rissa. 

La lite, degenerata in rissa, è avvenuta a Terni il 2 settembre del 2017, iniziata presso una discoteca per il possesso illecito di una bicicletta. Il proprietario aveva riconosciuto il velocipede e aveva chiesto conto del furto alla persona che era seduta in sella. Velocemente si era passati agli schiaffi, ai pugni e peggiorata con i rispettivi amici dei due litiganti ed erano spuntati coltelli, bastoni e bottiglie rotte. Risultato: diversi feriti, quello messo peggio con ferite giudicate guaribili in 10 giorni.

A processo erano finiti in due, quelli che avevano iniziato a litigare per la bicicletta, difesi dagli avvocati Ilaria Iannucci e Francesco Mattiangeli. Condannati in primo grado erano stati assolti dalla Corte d’appello di Perugia per non aver commesso il fatto. La Procura generale aveva impugnato la sentenza in Cassazione “denunciando vizio di travisamento delle prove per omissione” ribaltando “la pronuncia di condanna di primo grado”, ma omettendo “di considerare gli altri elementi emergenti dagli atti, segnatamente dai certificati medici relativi agli imputati, avendo preso in considerazione solo la dicitura sul referto” di uno dei due riportante “ferita accidentale” trascurando il fatto “che risulta indicato anche il luogo dell'accaduto ovvero la discoteca nei pressi di via Carrara e l'ora dell'evento coincidente con quello indicato dagli altri coimputati”. 

Per i giudici di Cassazione, però, il ricorso è infondato in quanto “omette di considerare l'aspetto più importante ossia che della rissa che ebbe certamente a verificarsi la notte del 2 settembre del 2017 non si conosce la dinamica e che, in particolare, non si hanno elementi in ordine al ruolo che avrebbero svolto gli imputati”. Non bastano i certificati medici per addossare agli imputati le condotte violente e “non si possono comunque stabilire gli esatti contorni di essa”, come non è possibile identificare “tra quali fazioni contrapposte essa sia intervenuta (dai referti ve ne è anche uno che riguarda un ignoto di nazionalità italiana, diversa da quella dei presunti corrissanti) e con quali modalità, né tanto meno si è compresa l'esatta dinamica della stessa, né si è riusciti quindi ad individuare la portata del coinvolgimento e del ruolo degli imputati, che potrebbero essere stati aggrediti senza avere assunto, a loro volta, alcun atteggiamento oppositivo/reattivo”.

Ne consegue il rigetto del ricorso e l’assoluzione definitiva per i due imputati.

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