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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Caro bollette, ternani e umbri alla canna del gas: “Almeno 120mila famiglie a rischio povertà energetica”

Non usano regolarmente riscaldamento e raffreddamento nelle case e gli elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie, i “dati allarmanti” della Cgia di Mestre: “Numeri sottodimensionati perché stimati prima dello shock energetico della seconda metà del 2021”

Con il termine di povertà energetica si vuole indicare quella situazione per cui singoli individui o famiglie sono impossibilitati a procurarsi un “paniere minimo di servizi energetici”. E quindi non possono garantirsi uno standard di vita dignitoso perché privati di alcuni servizi fondamentali come il riscaldamento e il raffreddamento delle case, l’illuminazione, la disponibilità di gas per cucinare e l’opportunità di utilizzare in maniera continuata elettrodomestici come lavatrice o lavastoviglie.

Ebbene, in Umbria la bolletta di gas e luce, soprattutto in previsione dei possibili rincari previsti per l'autunno, potrebbe rappresentare un problema per (almeno) 120mila famiglie.

Secondo una elaborazione dell’ufficio studi dell’Associazione di artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre, le famiglie italiane a rischio povertà energetica sarebbero “circa 4 milioni: pertanto, si trovano in questa condizione di difficoltà oltre 9 milioni di persone. Dati allarmanti, anche perché sicuramente sottodimensionati, poiché sono stati stimati ben prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a partire dalla seconda metà del 2021”.   

“Nell’identikit delle famiglie ‘vulnerabili’ energeticamente – spiega Cgia in una nota stampa - spesso troviamo quelle con un elevato numero di componenti che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato o immigrato”.

“A livello geografico la situazione più critica si verifica soprattutto nel Mezzogiorno: in questa macro area la frequenza della povertà energetica è la più elevata d’Italia e interessa tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie residenti in questo territorio. In termini assoluti è la Campania la regione maggiormente in difficoltà: il numero delle famiglie che utilizza saltuariamente luce e gas oscilla tra le 519mila e le 779mila unità. Altrettanto critica è la situazione in Sicilia dove la forchetta oscilla tra i 481mila e i 722mila nuclei familiari e in Calabria che presenta un range tra le 191mila e le 287mila famiglie in difficoltà nell’utilizzo quotidiano di energia elettrica e metano”. 

Situazione un po’ meno critica, ma comunque con una “vulnerabilità” energetica medio-alta, le altre regioni del Mezzogiorno e alcune del centro che presentano una forchetta che varia dal 14 al 24 per cento delle famiglie residenti: la Puglia (con un numero di nuclei compreso tra i 223mila e gli 383 mila), la Sardegna (tra 102mila e 174mila), le Marche (tra 90mila e 154mila), l’Abruzzo (tra 77mila e 132mila). In questo elenco di rischio “medio-alto” compare anche l’Umbria con un numero di famiglie a rischio povertà energetica che oscilla tra 53mila e 91mila, per un numero complessivo di persone coinvolte tra 121mila e 208mila.

La situazione migliora man mano che si risale la penisola. Nella fascia a rischio medio-bassa (tra il 10 e il 14 per cento delle famiglie coinvolte) ci sono il Lazio e alcune regioni del nord: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. La fascia più bassa, infine, quella che comprende un numero di nuclei familiari in difficoltà che va dal 6 al 10 per cento del totale, annovera la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.

Più a rischio le famiglie degli autonomi 

L’aumento esponenziale dei prezzi delle bollette previsto per il prossimo autunno potrebbe peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da lavoratori autonomi. “Nel ricordare che il 70 per cento circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari – ricorda la Cgia - moltissimi artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi. E nonostante le misure di mitigazione introdotte dal governo Draghi, i costi energetici sono esplosi, raggiungendo livelli mai visti nel recente passato. Si ricorda, inoltre, che dagli ultimi dati elaborati dall’Istat e riferiti al 2019, il rischio povertà delle famiglie presenti in Italia con un reddito principale ascrivibile ad un lavoratore autonomo era pari al 25,1 per cento, contro il 20 per cento riconducibile a famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente. E con la crisi pandemica e il conseguente lockdown imposto a tantissime attività ‘scoppiate’ a inizio marzo del 2020, negli ultimi 2,5 anni il differenziale tra queste due tipologie familiari potrebbe essere addirittura aumentato”.

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