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Altro lupo trovato morto, escluso colpo di fucile e analisi su polpette avvelenate. "Non sono un pericolo: segnalate esche killer"

La scoperta era stata fatta a Valfabbrica. L'appello dei Carabinieri Forestali e le prime analisi dell’Istituto Zooprofilattico di Perugia

"Dai primi accertamenti clinici si esclude che il lupo sia stato ucciso con un colpo di arma da fuoco; nessun proiettile è stato recuperato all’interno della carcassa che presenta un solo unico piccolo foro sul lato destro del corpo": è questo l'esito delle analisi degli accertamenti dell’Istituto Zooprofilattico di Perugia di laboratorio a cui era stato affidata la carcassa di un lupo dell'appennino - protetto - trovato privo di vita a Valfabbrica (foto di Raffaele Pagliacci, autore del ritrovamento). Nessun colpo di fucile come si era ipotizzato. Una forma di bracconaggio che in Toscana e in altre regioni è un fenomeno in continua crescita che sta destando molto allarme. Gli esperti andranno avanti nelle analisi dato che non si esclude la prassi dell'avvelenamento tramite polpette con pesticidi.  

I carabinieri forestali hanno voluto ribadire per l'ennesima volta che il lupo non rappresenta un pericolo per la comunità anche quando viene avvistato vicino a centri abitati: "Il lupo è un animale assolutamente schivo nei confronti dell’uomo; i diversi avvistamenti che lo collocano in aree limitrofe ai centri abitati possono essere determinati da eventi naturali spingendo di fatto il lupo a fare delle scelte predatorie diverse dalle solite: può quindi nutrirsi nelle discariche di rifiuti periurbani oppure predare bovini domestici, scegliere quindi delle prede più facili. Si ricorda che la specie Canis lupus è tutelata a livello internazionale, comunitario e nazionale e questo ha permesso un ritorno nei nostri territorio dopo il minimo storico di individui di lupo di fine anni settanta quando non si contavano più di 100 esemplari in tutto il territorio nazionale". Inoltre la presenza del lupo è un indicatore del buon livello ecologico dei boschi del nostro Appennino, sceglie infatti di vivere in habitat forestali complessi, in boschi cioè che hanno una struttura ecologica complessa ed un alto indice di biodiversità. 

Dai Carabinieri Forestali arriva anche un appello ai cittadini: "Il rilascio di lacci e tagliole e di esche e bocconi avvelenati è un fenomeno più complesso da monitorare e per questo motivo sono di fondamentale importanza le segnalazioni dei cittadini che amplificano il nostro sguardo sul territorio". E consentono una bonifica dell'area prima dell'uccisione di altri animali, soprattutto se protetti.

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