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Valnerina, il “miraggio” delle banche: “Senza sportelli 6 comuni su 15, così rischia di esplodere l’usura”

L’indagine di Uil e Uilca: “Il sistema bancario sta abbandonando il territorio dove c’è una concentrazione di persone anziane fra le più alte dell’Umbria”

Uil e Uilca Umbria lanciano l’allarme banche in Valnerina. Una terra “di transizione ma anche caratterizzata da specificità proprie che la differenziano dagli altri territori della Regione. Una terra dunque forte dove le tradizioni e l’ospitalità la fanno da padrone e si coniugano con una qualità della vita eccellente. Questo angolo di Umbria sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia millenaria, in cui vengono a sommarsi difficoltà economiche derivanti dalle crisi finanziarie passate, mai definitivamente superate, quelle legate alla ricostruzione post-terremoto, che a distanza di quattro anni rimane al palo e quella recentissima della pandemia del Coronavirus. Un concentrato di difficoltà – spiega il sindacato - che necessita un’azione coordinata a tutti i livelli per la messa in campo di opportune misure di sostegno e rilancio del tessuto economico e sociale di tutta l’area della Valnerina”.

È con questo obiettivo che la Uil dell’ambito Foligno-Spoleto-Terni e la Uilca dell’Umbria hanno ritenuto necessario un confronto aperto alle forze politiche ed istituzionali espressione di questo territorio, convinti che solo dallo scambio di vedute e con il dialogo possano emergere quelle idee nuove di cui c’è bisogno per il rilancio. In questo ambito riteniamo decisivo il ruolo che anche il sistema bancario potrà svolgere, quel sistema attraverso il quale verranno veicolate le ingenti risorse pubbliche e comunitarie che si è deciso di stanziare per il sostegno del sistema economico.

“Per iniziare a ragionare in concreto – spiega il sindacato - siamo partiti da una rilevazione della presenza degli istituti di credito all’interno dei 15 comuni, tutti rientranti all’interno del cratere sismico (Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Vallo di Nera, Spoleto, Arrone, Ferentillo, Montefranco e Polino). Il quadro che l’indagine ha delineato fa emergere una situazione solo apparentemente ottimale, legata ad una densità di sportelli che risulta superiore alla media regionale, ma che nasconde profonde differenze al suo interno e soprattutto l’assenza di istituti di credito in ben sei comuni (Preci, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Polino)”.

Quindi se Spoleto e Norcia da soli concentra il 71% della rete di sportelli, nei rimanenti 13 comuni c’è “praticamente il deserto, con rischi di ulteriore riduzione legate agli imminenti nuovi piani industriali delle banche che temiamo possano proseguire sulla strada già tracciata in passato, con continui tagli alle filiali ed agli addetti. Altro dato caratteristico del comprensorio è la forte presenza di istituti di credito nazionali che monopolizzano pressoché la totalità delle presenze bancarie nel comprensorio, con l’ulteriore particolarità che i 2/3 degli sportelli sono appannaggio dei gruppi nazionali Intesa San Paolo e Banco Desio, eredità della ormai scomparsa presenza delle due storiche banche spoletine della Carispo e della Banca Popolare di Spoleto”.

Tutto ciò in zone che non sono fra di loro agevolmente connesse e con una popolazione fra le più anziane della regione, con problemi talvolta di ridotta mobilità e che potrebbero avere scarsa dimestichezza con l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Uil e Uilca rilevano come il sindaco di Arrone, Fabio Di Gioia, abbia espresso “preoccupazione per il trend con il quale il sistema bancario sta abbandonando il territorio, circostanza che costringe una fetta di popolazione a spostamenti chilometrici per poter trovare un’agenzia bancaria ed ha sottolineato i rischi di una spinta accelerata sull’utilizzo degli strumenti telematici, rispetto ai quali ci sono problemi di accessibilità da parte delle fasce di cittadini più anziani”.

Altro aspetto oggetto di sottolineatura è costituito dal veloce processo di chiusura degli sportelli bancari che “rischia di incrementare lo sviluppo dell’usura, in un momento in cui la pandemia ed i danni provocati dal terremoto accrescono inevitabilmente le necessità ed i bisogni dei cittadini”.

La Uil e la Uilca dell’Umbria ritengono pertanto necessaria una discontinuità nelle scelte industriali delle banche, soprattutto in questa situazione di contesto che non ha eguali a livello regionale.

“Lo stop della desertificazione bancaria se necessaria a nostro avviso ovunque, diventa qui assolutamente imperativo, così come siamo convinti che si debba fare uno sforzo nella direzione di un miglioramento delle competenze di base e di cultura finanziaria della clientela delle banche, a partire dalle categorie sociali più deboli che favorisca un più alto livello di emancipazione rispetto alla vasta ed eterogenea offerta di prodotti finanziari resi disponibili dalle dagli sportelli delle banche presenti sul territorio”.

All’incontro che si è il 28 luglio ad Arrone hanno partecipato oltre al sindaco di Arrone, anche gli assessori Giuseppe Fiocchi e Giampaolo Grechi oltre a Roberta Ascani, presidente del consiglio comunale. Per la Uil ci sono stati gli interventi del responsabile della Uil di Terni, Gino Venturi, e quello dei segretari regionali Uilca, Luciano Marini e Valentina Gallarato.

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