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Il “tesoro” dei canoni idrici mette quasi tutti d’accordo: “Adesso più soldi per Terni”

Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Innovare votano l’atto di indirizzo proposto da Alternativa popolare: risorse da Regione Umbria e Enel per la città. L’astensione “tecnica” del centrodestra

Ventiquattro voti a favore e quattro astensioni. L’atto di indirizzo proposto da Alternativa popolare sull’utilizzo delle risorse derivanti dai canoni idrici mette (quasi) tutti d’accordo a Palazzo Spada e affida un mandato preciso a sindaco e giunta: adesso più soldi per Terni.

Il consiglio comunale ha approvato il documento presentato dal partito del sindaco Stefano Bandecchi e illustrato in aula dal capogruppo di Ap, Guido Verdecchia, pur apportando una serie di modifiche nel dispositivo finale dell’atto da cui “spariscono” le cifre inizialmente inserite (15 milioni da Palazzo Donini a titolo di indennizzo per i mancati storni dei canoni incassati e i cento milioni da Enel per i danni cagionati a Piediluco) ma anche il passaggio sul “saccheggio” che sarebbe stato consentito dal 2000 dagli “esponenti politici ternani”.

Resta però l’impianto dell’atto e soprattutto il senso del mandato che ora l’assemblea di Palazzo Spada consegna nelle mani dell’esecutivo che ora è legittimato a chiedere un diverso utilizzo o meglio una diversa ripartizione delle risorse derivanti dai canoni idrici.

“Volevo ringraziare, a nome dell’amministrazione comunale, Pd, M5S e Innovare per Terni per la partecipazione all’atto di indirizzo presentato da Alternativa popolare con degli emendamenti condivisi e importanti”, scrive in un post il vicesindaco Riccardo Corridore, che cita “anche il centrodestra che con un voto di astensione tecnico ha confermato la necessaria volontà di conferire a Stefano Bandecchi pieni poteri di tutelare i diritti della città di Terni sia sul tavolo regionale sia sul tavolo aperto con Enel. L’astensione del centrodestra ternano non era semplice politicamente, visto che di fatto è stato un atto di contrapposizione al governo regionale sempre di centrodestra.

Ringrazio poi personalmente il capogruppo di Forza Italia Francesco Maria Ferranti (FI) per aver qualificato il mio intervento di appello all’unità di alta scuola politica”.

L’atto approvato sollecita “la Regione Umbria a destinare, per i prossimi dieci anni, a decorrere dal primo gennaio 2024, tutte le somme incassate da Enel, relativamente ai canoni idroelettrici prodotti dalla centrale di Galleto e come tali appartenenti al territorio ternano, al fine di realizzare il nuovo ospedale di Terni” e impegna sindaco e giunta “a sollecitare la Regione Umbria a riconoscere al Comune di Terni una congrua somma a titolo indennitario per le mancate erogazioni delle somme incassate per i canoni idroelettrici”, “a sollecitare Enel, quale concessionario storico e quale ultimo avente causa nella gestione dell’asset idroelettrico, a indennizzare il territorio ternano per danni economici e non economici cagionati a Piediluco dalla variazione idrometrica intensiva, nonché all’area della Cascata delle Marmore e all’intera città di Terni per via della chiusura del flusso fluviale del Velino della Marmore, a incalzare Enel per la copertura al 100% delle bollette elettriche dei residenti ternani, a maggior ragione considerando che il polo idroelettrico di Terni genera una quantità di energia tale da assolvere al fabbisogno di circa 2.000.000 di persone; a chiedere a Enel convenzioni speciali a vantaggio della bolletta elettrica di tutte le imprese locali, evitando ovviamente di incorrere nelle sanzioni Ue per eventuali aiuti di stato; a proporre, considerato che la cascata delle Marmore potrebbe essere aperta, come orario fruibile, dalle 9 a mezzanotte e considerando che nel 2022, in base agli orari indicati nel sito indicato, è stata aperta per meno del 24% dell’orario sopra indicato, l’apertura della stessa per almeno il 50% dell’orario fruibile; a promuovere la costituzione di una propria società municipalizzata idroelettrica, finalizzata a compartecipare la gestione e la rendita, sulla scorta delle vigenti leggi nazionali e della normativa regionale esistente”.

“Abbiamo inteso fare degli emendamenti poi accolti - spiegano in una nota i dem Francesco Filipponi, Maria Grazia Proietti e Pierluigi Spinelli - chiarendo che le risorse oggi esistenti, destinate al nostro territorio derivanti dai canoni di derivazione idroelettrica, sono possibili grazie alla precedente giunta regionale di centrosinistra e all’assessore regionale dell’epoca, che ha voluto la riforma con la legge 3 del 2016 e poi con legge 12 del 2018, la quale ha aumentato il contributo ai comuni ad un milione e 600mila euro, di cui l’85% destinato al Comune di Terni. Abbiamo chiarito che eventuali maggiori fondi relativi al riversamento sul territorio dei canoni idroelettrici, possono servire solo in maniera residuale a finanziare il nuovo ospedale di Terni, che riteniamo debba essere realizzato con fondi pubblici della Regione Umbria e del ministero. I canoni derivanti dagli impianti di grande derivazione idroelettrica servono infatti, come prevede la normativa, in via prioritaria alla salvaguardia dell'assetto idrogeologico del territorio”.

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