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Bandecchi incompatibile, l’azione popolare o l’intervento del prefetto: gli scenari per Terni

I dettagli del parere del Viminale sulle cause di incompatibilità del sindaco e i possibili interventi: cosa dice la legge, come il primo cittadino può “sanare” la situazione e cosa succede a Palazzo Spada

“Per tutto quanto motivato ed alla luce della documentazione sino ad oggi trasmessa da codesta prefettura, si ritiene che la permanenza del signor Bandecchi nella titolarità e nella gestione delle predette società possa considerarsi incompatibile con la carica di sindaco di Terni”.

Sono le ultime righe del parere che Claudio Sgaraglia, capo dipartimento del ministero dell’interno - già prefetto di Perugia - ha inviato al prefetto di Terni, Giovanni Bruno, dopo la richiesta inviata dal palazzo del Governo.

Se le parole hanno ancora un significato, quelle usate nel documento del Viminale cristallizzano una situazione che non può non passare inosservata. Va però sottolineato che quello del ministero è un parere e non un provvedimento. Al quale, per avere degli effetti, devono seguire delle azioni. Quali? Il percorso è segnato dal Tuel, il testo unico degli enti locali, che – oltre ad indicare le eventuali cause di incompatibilità ed ineleggibilità – stabilisce anche i percorsi da seguire nel caso in cui queste evenienze si verifichino.

Un passo indietro è però prima necessario per capire i motivi che hanno spinto il ministero dell’interno a ritenere incompatibile la posizione di Bandecchi imprenditore-sindaco. In particolare, Sgaraglia nel documento rileva come “nonostante le intervenute dimissioni da presidente della Università Unicusano e da presidente della società Ternana Calcio, lo stesso Bandecchi risulta ancora titolare della carica di amministratore unico della Società delle scienze umane che ha come oggetto sociale la gestione della citata Università Unicusano (come risulta dallo statuto) a sua volta proprietaria della Ternana calcio (che però, nel frattempo, è stata venduta, ndr)”e “della carica di socio unico e amministratore della Ping Pong srl a sua volta proprietaria della Società delle scienze umane, soggetto preposto alla gestione della predetta università”.

screen unicusanoVa aggiunto che ad oggi, Bandecchi risulta ancora come direttore generale operativo della stessa Unicusano, carica che però non viene rilevata dal parere del Viminale.

“Da tali circostanze - spiega Sgaraglia - appare quindi evidente come il signor Bandecchi, pur avendo rinunciato a due delle cariche sociali direttamente incompatibili con la carica di sindaco (presidente di Unicusano e presidente della Ternana, soggetti proponenti il progetto di riqualificazione e gestione del nuovo stadio comunale) eserciti ancora oggi l'attività di impresa e, quindi, con interesse di lucro personale, intrattenendo per il tramite delle ultime due società una serie di rapporti, seppure indiretti con il Comune di Terni, di cui oggi ha ope legis la rappresentanza legale nella qualità di sindaco, riconducibili al progetto del nuovo stadio”.

Che succede ora? Considerando che, almeno sulla carta, molte di quelle cause di incompatibilità sembrerebbero superate – anche se nel frattempo alcune sono riemerse perché, ad esempio, Unicusano di cui Bandecchi è ancora direttore generale operativo ha “adottato” la rotonda di viale dello Stadio, di proprietà del Comune di cui Bandecchi è sindaco – il parere del ministero può essere utilizzato in due modi. O attraverso una azione popolare oppure attraverso un intervento del prefetto. In ognuno dei due casi, occorre fare ricorso al tribunale di Terni senza che questo significhi un automatico commissariamento di Palazzo Spada. Nel caso in cui si ricorra al tribunale ordinario, il giudice notificherà il ricorso al diretto interessato per poi fissare la data dell’udienza. La persona oggetto del ricorso, ossia Bandecchi, avrà quindici giorni di tempo per sanare le eventuali cause di incompatibilità. Se questo non dovesse accadere, ci sarà una decisione di primo grado, poi appellabile e poi ancora da poter portare fino in Cassazione. Tutto nell’arco di tempo di dodici-diciotto mesi.

Chi può rivolgersi al giudice? Il prefetto e qualsiasi elettore, compresi gli eletti in consiglio comunale. Dal Palazzo del Governo, al momento, non si hanno notizie rispetto a questo passaggio. Appare difficile immaginare che dalla truppa di Alternativa popolare, il partito del sindaco, si muovano dei franchi tiratori decisi a far cadere il Bandecchi “uno”. Ma sembra che neanche nelle fila dell’opposizione ci sia questo interesse. A domanda, dal centrodestra e dal centrosinistra, la risposta è stata simile: “Noi abbiamo sollevato il problema, il ministero ha risposto. Adesso tocca al prefetto”. Perché? E qui entriamo nel campo largo delle ipotesi.

Forse perché ci si rende conto che in realtà le motivazioni contenute nel parere qualche “crepa” ce l’hanno. O forse perché, semmai il tribunale dovesse stabilire la definitiva incompatibilità del sindaco e quindi segnare l’inizio di una nuova campagna elettorale (si potrebbe votare a giugno 2024, in concomitanza con le altre amministrative e le europee) le ferite della tornata appena trascorsa non sarebbero del tutto rimarginate (anzi) e quindi si rischia di andare incontro ad un altra debacle. O forse – ancora – perché intanto sulla scena c’è stato qualche ritorno inaspettato che romperebbe ancora di più le uova nel paniere. Allora, meglio abbaiare alla luna che risvegliarsi in un (altro) brutto sogno.

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