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Lunedì, 29 Aprile 2024
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“Inciuci” mancati e “vecchi marpioni”, acque agitate al Sii di Terni: naufraga l’accordo Ap-Pd

Fumata nera per il nuovo presidente, il vicesindaco Riccardo Corridore: “Non siamo disponibili a soluzioni pastrocchio”. Cinquestelle e Avs: “Abbandonare la logica della lottizzazione delle poltrone”. I sindaci del centrodestra: “Sconcerto e ferma condanna di questo comportamento”

Secondo Riccardo Corridore, vicesindaco di Terni e coordinatore regionale di Alternativa Popolare, si sarebbe trattato di un “accordo istituzionale” che avrebbe portato Ap e Partito democratico a eleggere il nuovo consiglio di amministrazione del Servizio idrico integrato e quindi a nominare Lorenzo Filippetti, coordinatore provinciale del partito del sindaco Bandecchi, alla presidenza del Sii. Il tavolo però è saltato per mano di quei “vecchi saggi o non saggi che hanno rovinato la città di Terni e la sanità e che hanno messo in discussione” la trattativa. “Vecchi marpioni” del Pd che “comandano” mentre i “giovincelli” devono ancora farsi le ossa per poi – eventualmente - andare a “parlare con gli uomini”.

Fatto sta che ora, per dare una governance all’azienda che gestite l’oro blu nei 32 comuni della provincia di Terni (al momento resta in carica, in proroga, il cda guidato dall’avvocato Carlo Orsini), bisognerà attendere una nuova assemblea dei sindaci e – soprattutto – un nuovo accordo e un nuovo nome. Perché in fondo, di questo si tratta.

“Ma non parliamo di nomi”, dice Laura Pernazza, presidente della Provincia e primo cittadino di Amelia che, a nome di altri tredici sindaci del centrodestra (Acquasparta, Attigliano, Castel Giorgio, Fabro, Ficulle, Giove, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Otricoli, Polino, Porano, San Gemini e Stroncone) in una nota esprime “sconcerto e una ferma condanna” rispetto “al comportamento del Comune di Terni riguardo alle nomine del Cda del Sii. L’arroganza dimostrata, la sete di potere e la volontà di escludere le amministrazioni di centrodestra e i territori della provincia nella definizione del nuovo consiglio di amministrazione sono contrarie allo spirito delle istituzioni e si sono infrante di fronte al senso delle istituzioni dei sindaci anche di diverso colore politico. La gestione di un bene comune come l’acqua – sottolinea la nota delle amministrazioni di centrodestra - non può essere sacrificata agli interessi personali della nuova amministrazione di Terni. Auspichiamo che venga messa da parte questa arroganza, estranea alle nostre comunità, e che si ritrovi uno spirito di collaborazione nella gestione dell’azienda che gestisce un bene primario come l’acqua. La nostra proposta di garantire rappresentanza a tutti i territori, a partire da Terni, rappresenta l’unica soluzione per garantire una gestione ottimale del Sii. Per questo continueremo a lavorare per la soluzione unitaria non piegandoci a ricatti e arroganza”.

“Non siamo disponibili a soluzioni pastrocchio” è però la posizione di Alternativa Popolare per bocca del vicesindaco Corridore che dice di non voler “concedere” la scelta del nome per il Sii “alla destra. Fratelli d’Italia – aggiunge – non è un interlocutore politico”. Quindi, Ap è pronta a “portare una nostra lista con cinque componenti”. Altrimenti, è la provocazione “destra e Pd dovranno trovare un accordo per governare il Sii”.

“Bisogna che tutti nel nostro campo abbandonino la logica della lottizzazione delle poltrone per sfidare la destra e Bandecchi sul terreno di una gestione trasparente e efficiente delle società a partecipazione pubblica. Sono a dir poco imbarazzanti – dicono Thomas De Luca, coordinatore regionale M5S e Gianfranco Mascia e Elisabetta Piccolotti, portavoce dell’Alleanza verdi sinistra per l’Umbria - le parole di chi in Alternativa Popolare, dopo il voto all’assemblea dei soci, perché scoperto con le mani nella marmellata, grida all’inciucio quando vede svanire le tanto desiderate poltrone, dopo essersi dimostrato interprete dei peggiori vizi della politica. A questa brutta pagina vogliamo reagire con le giuste proposte per la tutela del sistema idrico che è un fondamentale bene comune e non può essere l’oggetto di una mera spartizione”.

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