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A Colle Obito e con un project financing: “stretta” per il nuovo ospedale di Terni

Incontro a Palazzo Donini tra la presidente Donatella Tesei e il sindaco Stefano Bandecchi. La governatrice “apre” alla possibilità di utilizzare fondi dai canoni idrici. Presto un vertice col ministro della salute

Sul “quando”, ancora risposte non ce ne sono. Qualche dubbio in meno c’è sul come e dove potrebbe essere realizzato il nuovo ospedale di Terni. Che resta una “priorità” o meglio una “urgenza” e quindi è necessario stringere quanto più possibile per farlo passare dall’idea alla carta e poi infine alla realtà.

Tanto per tirare le fila del discorso fino a questo punto. Martedì mattina il consiglio comunale ha votato un atto di indirizzo proposto da Alternativa popolare e poi condiviso – con modifiche – anche da Pd, M5S e Innovare – in base al quale, e tra le altre cose, si dice che una parte dei fondi derivanti dalle grandi concessioni idroelettriche da ora in poi dovranno essere destinati alla realizzazione della nuova struttura sanitaria a servizio della città.

Ventiquattro ore dopo, una nota di Palazzo Donini informa che, alla luce della bocciatura del progetto in project financing proposto per il “nuovo” Santa Maria”, le opzioni per tirare su l’ospedale sono due: o riproporre una collaborazione pubblico privato oppure finanziare l’opera con fondi totalmente pubblici. Comunque, servono 300 milioni di euro. Nella nota, però, non si è fatto riferimento ai canoni idrici.

Letta la velina di Palazzo Donini, il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, e il vice Riccardo Corridore chiamano la presidente della Regione, Donatella Tesei, e chiedono un appuntamento.

L’incontro a tre nella giornata di ieri e il risultato della chiacchierata è più o meno questo. Il nuovo ospedale di Terni viene visto come un’opera “urgente” e dunque va individuata la “via più rapida” per tirarlo su. Data questa premessa, sindaco e presidente hanno concordato sul fatto che, appunto, la via più rapida sia il project financing.

In cassa ci sono 96 milioni di euro che “dovrebbero divenire disponibili nei prossimi mesi”, ma la presidente si è detta disponibile ad approfondire “la possibilità di utilizzare per la parte pubblica anche i canoni delle grandi derivazioni idriche di competenza della Regione e del Comune di Terni”.

Prossimo passaggio, chiedere un appuntamento al ministro della salute, Orazio Schillaci, “al fine di individuare ulteriori fondi per la realizzazione dell’opera, considerato il recente appuntamento della presidente avvenuto anche grazie e con la presenza del presidente della commissione salute e lavoro del Senato Zaffini, nel quale era stato affrontato il tema del finanziamento dell’ospedale di Terni”. Ultimo punto: “Proprio allo scopo di portare a termine la realizzazione in tempi rapidi”, secondo il sindaco Bandecchi “il miglior sito possibile per il nuovo ospedale è quello dove si trova attualmente il Santa Maria di Terni”. Ossia, Colle Obito.

Tutto bene, dunque? Secondo il consigliere regionale del partito democratico, Fabio Paparelli, no.

“Mettere in fila le tante problematiche che affliggono la sanità umbra è ormai un’operazione quasi impossibile. Il sistema fa acqua da tutte le parti e la situazione peggiora giorno dopo giorno. Ciò che stupisce di più è la mancanza di capacità di governo in un settore che dovrebbe agire in un quadro di certezze e con una programmazione stabile. E invece si continua ad operare senza un'effettiva guida dei processi e con scarsa competenza rispetto alle azioni da mettere in campo”.

“Tra i tanti - spiega Paparelli - il caso del nuovo ospedale di Terni, appare emblematico. Al di là delle dichiarazioni di facciata, la verità è che la giunta regionale non sa ancora cosa fare. Insistere, come ha fatto di recente, con il project financing, nonostante la bocciatura del progetto presentato, appare una scelta dettata dalla disperazione. La verità è che non si vogliono, o non si possono, investire risorse tali da garantirne la realizzazione, così come sono invece state assicurate per tutti gli altri ospedali della regione. Il sindaco Bandecchi ha votato in consiglio comunale un atto che prevedeva la costruzione del nuovo ospedale con risorse interamente pubbliche. Un impegno che è stato già rimangiato, così come quello sulle tempistiche dell’opera. Elementi che ci consentono di dubitare della sua affidabilità. Appare inoltre curioso che solo a Terni servano i privati per realizzare l’ospedale. Detto ciò, se qualcuno pensa di posare la prima pietra tra sei mesi, per quella data, farà bene a prendere altri impegni. Al momento l’unica certezza è che, questa nuova struttura, che tutti noi riteniamo necessaria, non compare né sul nuovo piano sanitario regionale, né sulla relazione di parifica del bilancio regionale della corte dei conti. Per rimanere in provincia di Terni non va meglio all'ospedale Narni - Amelia che rimane ancora nell'incertezza finanziaria più totale. Né all'ospedale di Orvieto che non è più in grado di garantire i servizi essenziali, a partire dalla confusione venutasi a determinare sull'emodinamica, con una giunta regionale che non rispetta neppure il dettato dell’assemblea legislativa”.

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