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"Abbiamo sempre tenuto lontano il giustizialismo dalla politica". Cecconi (FdI) sull' "Operazione Spada" e le contraddizioni del Pd

Anche Fratelli D'Italia, per voce del coordinatore comunale Marco C. Cecconi, rilegge la sentenza di primo grado che ha assolto i 21 imputati, fra cui l'ex sindaco Di Girolamo, per l' "Operazione Spada": "Noi siamo garantisti ma l'amministrazione cadde per i conti sballati del bilancio. Il Pd faccia un esame di coscienza".

La verità sugli esiti dell' "Operazione Spada", letta da un altro punto di vista. Quello di Fratelli d'Italia, all'epoca dei fatti all'opposizione. A parlare è il coordinatore comunale del partito della Meloni, Marco C. Cecconi.

"La verità processuale consegnata dalla sentenza con la quale (peraltro in contrasto con le richieste di condanna della pubblica accusa) sono stati assolti tutti gli imputati della cosiddetta “Operazione Spada” - scrive Cecconi - non ci imbarazza né ci contraddice.

Noi non abbiamo mai allestito roghi nelle piazze, non abbiamo mai intrapreso nessuna caccia alle streghe, non abbiamo mai emulato tribunali del popolo di tristissima memoria, anzi. All’epoca dei fatti, nell’aula del consiglio comunale e fuori, Fratelli d’Italia non ha mai omologato un avviso di garanzia ad una sentenza di condanna: fedeli ad una cultura politica che ci ha sempre indotto, semmai, a chiedere a partiti e movimenti di non cavalcare un’inchiesta pretendendo di anticiparne gli esiti, giusto per ottenere un po’ di visibilità a buon mercato.

Noi abbiamo sempre mantenuto le dovute distanze tra le due estremità di Corso del Popolo, il Palazzo della politica da un lato e, all’opposto, gli uffici giudiziari.

Di Girolamo cadde a causa dei conti saballati del comune

Per Cecconi e Fratelli d'Italia i fatti che portarono alla caduta dell'amministrazione Di Girolamo hanno a che vedere con la gestione "sballata" dei conti in bilancio: "Il fatto è che, per contestare ad una giunta e ad un sistema le proprie responsabilità – ecco il punto – non abbiamo mai avuto bisogno di sapere se metodi e comportamenti configurassero gli estremi di un reato e, insomma, fossero rilevanti anche penalmente. Per noi, era e resta sufficiente ponderare le colpe politiche e morali.

Per noi - ecco perché chiedemmo le dimissioni di sindaco e assessori ben prima di qualunque “Operazione Spada” - la firma d’autore di quella amministrazione era già scritta con il fuoco nei conti sballati del Comune di Terni, nei suoi bilanci mistificati, nel dissesto annunciato che ha portato alla certificazione di un fallimento che pesa e peserà sulle spalle di tutti i ternani: gli unici costretti a pagare (con imposte e tributi alle stelle) e per colpe non proprie.

La firma d’autore era già scritta in calce al degrado della città; era scritta in calce al blocco ingessato ed autoreferente dei servizi. Il fatto che il sistema di costruzione e consolidamento del consenso di quell’Amministrazione e quella sinistra venga riconosciuto oppure no come reato, non cambia di una virgola il giudizio etico su quello stesso sistema, immobile ed immobilizzante per un’intera comunità: un sistema parallelo da Terni a Perugia, quale che sia stato e sarà il responso dei tribunali, magari anche per un’altra indagine, questa ancora in corso, qual è quella sulla cosiddetta “sanitopoli/concorsopoli” umbra".

Le contraddizioni del Pd fra riabilitazione improbabili

Infine, Cecconi puntualizza sulle parole rilasciate da Catiuscia Marini in una intervista a Il Riformista (che TerniToday ha riportato oggi) che metterebbero in evidenza le contraddizioni interne al partito e dei suoi maggiorenti: "Oggi (a proposito) a commento della sentenza sull’ “Operazione Spada”, l’ex presidente della Regione Marini – al centro della vicenda giudiziaria ancora sul tappeto – si scaglia contro il Pd, il suo partito, e contro il suo segretario Zingaretti. Esattamente come ieri, quando la vicenda processuale ternana era ancora in itinere, erano stati altri autorevoli esponenti di quella sua stessa giunta regionale e di quello stesso Pd - come il ternanissimo Paparelli, per esempio – a chiedere a Di Girolamo di scavarsi la fossa e infilarcisi dentro.

E allora - conclude Cecconi - sarà bene che il Pd umbro e la sinistra tutta – anziché pretendere improbabili ed improponibili riabilitazioni politiche degli uomini e le donne al centro di queste o quelle vicende – riflettano su colpe senza appello e senza assoluzione: quelle che hanno portato gli umbri a prenderne finalmente le distanze, quali che siano o saranno le verità processuali.

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