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Locali sul lastrico e incubo usura, il grido d’allarme della movida a Terni

Venerdì l’iniziativa “analcolico free” in forma di protesta contro l’ordinanza regionale che vieta il consumo di alcolici in spazi all’aperto. Cardella: famiglie e piccoli imprenditori a rischio. Il Partito comunista: rimettere al centro il lavoro

Venerdì scorso, trentaquattro locali di Terni hanno promosso l’iniziativa Analcolico Free per protestare contro le restrizioni che impone l’ultima ordinanza regionale anti Coronavirus e che impongono il divieto di consumare bevande alcoliche all’aperto e in spazi pubblici per tutto l’arco della giornata.

“Abbiamo perso oltre quattromila euro di incassi in tre settimane, abbiamo affitto e dipendenti, non sappiamo come continuare”, raccontano gli esercenti, che dal loro “osservatorio” possono toccare con mano gli effetti che la pandemia sta provocando sul sistema economico della città: serrande abbassate, promozioni “svuota tutto” che spesso anticipano prossime chiusure.

Il rischio, dicono gli esercenti, è che andando avanti cosi, pur di scongiurare la chiusura e fare fronte ai pagamenti, i titolari dei locali si rivolgano all’usura.

Soltanto un paio di giorni fa, il presidente della Fondazione ‘Umbria contro l’usura’, Fausto Cardella, ha lanciato un allarme usura di fronte alla commissione regionale sulla criminalità organizzata. “L’Umbria, rispetto al rischio di esposizione all’usura è, secondo dati ufficiali, attualmente, nella media del Centro Italia, ma la situazione è da tenere sotto controllo perché gli effetti della pandemia saranno maggiori e più evidenti tra qualche mese, quando verrà meno il blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione e dunque il livello di sofferenza delle persone sarà più ampio per la mancanza di lavoro e di reddito”.

Per Cardella bisognerà monitorare attentamente il post Covid con un’attenzione particolare sulla situazione delle famiglie, dei piccoli imprenditori, ma anche dei professionisti. “Sono queste – ha puntualizzato - le categorie alle quali la nostra Fondazione può garantire più facilmente un supporto. Le associazioni criminali, ma non solo, che hanno grande disponibilità di denaro contante, grazie anche e soprattutto alla pandemia, potranno trovare terreno fertilissimo nelle esigenze della gente. Saper resistere a queste tentazioni sarà fondamentale poiché gli individui coinvolti diventeranno schiavi e saranno avviati in situazioni ancora più difficili rispetto a quelle con le quali sono chiamati a confrontarsi”.

Sostegno all’iniziativa dei locali di Terni viene espresso anche da parte del Partito comunista: “Se così fosse, cosa che purtroppo riteniamo molto probabile, nel giro di poco tempo si consegnerebbe nelle mani degli usurai una larga fetta dell’attività commerciale cittadina. In Umbria infatti sono più di tre settimane che vige il divieto di consumo di alcolici negli spazi pubblici, colpendo gravemente chi già sta pagando cara questa crisi”.

“La questione alcolici è solo la cosa più evidente: noi siamo lavoro, socialità, sicurezza. Appoggiamo in pieno questa lettura: la socialità e il lavoro sono due aspetti seriamente minati dai nostri tempi e dalle scellerate politiche liberiste, che vorrebbero gli individui (e non più la collettività) chiusi in casa, acquistando solo online e dalla grande distribuzione alimentare”.

“La sicurezza, poi, tema fondamentale di questa amministrazione in campagna elettorale, è anch’essa compromessa, con strade vuote e buie, non vissute, e con alternativa sociale e ludica pari allo zero.  Appoggiamo questi lavoratori, parallelamente alla lotta dei riders tenutasi sempre nello stesso giorno.  Unire le lotte, mettere al centro il lavoro, ripristinare il valore del sociale, è l’unica strada da intraprendere per trovare soluzioni concrete a queste problematiche”.

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