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Alluvione in Emilia Romagna, la testimonianza del ternano Gabriele “Un’esperienza che ti fa sentire utile e riempie il cuore”

La tragedia che ha sconvolto migliaia di persone: “Lo spirito romagnolo si percepisce nonostante le molteplici criticità”

Un evento meteorologico che ha piegato parte della Romagna. Le piogge incessanti quanto persistenti hanno provocato frane, allagamenti e smottamenti. Migliaia gli sfollati, principalmente concentrati nelle province di Ravenna e Cesena, inquantificabili i danni. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Regione sono oltre 1600 i volontari in campo per aiutare le popolazioni colpite da tale calamità.

Alla nostra redazione di www.ternitoday.it è intervenuto Gabriele Poeta il quale, insieme a Riccardo Scosta ed Alessandro Paci, sono partiti in rappresentanza della Protezione civile di Collescipoli, alla volta della Romagna.  E’ possibile dare una mano concreta, in questi casi, se si fa parte di associazioni rientranti in eventi di ProCiv, attraverso la gestione del Centro operativo di Foligno, per ciò che concerne l’Umbria.

Il racconto: “Sabato mattina presto ci siamo recati a Foligno, partecipando alla colonna mobile fino a Cesena. Al primo contingente regionale è stato assegnato il capoluogo romagnolo. Una volta giunti sul posto il primo intervento messo a terra è stato quello di aspirare l’acqua dalle cantine con l’idrovore. Le strade erano invase dal fango. I mobili, estratti dalle singole abitazioni, poggiati ai lati. Dalla giornata di domenica a quella di ieri, martedì 23 maggio, abbiamo contribuito alla pulizia delle strade, caricando il fango sui mezzi. Il nostro – tiene a precisare Gabriele – è un lavoro di comunità”.

Come avete trovato Cesena, una volta giunti in loco?: “Non tutta la città fortunatamente ha subito i danni dell’alluvione. Siamo intervenuti nel centro dove la situazione era piuttosto critica. Lo stadio Manuzzi Orogel era tutto allagato. Per quanta acqua si era accumulata non era possibile vedere neppure le traverse delle porte. L’accoglienza del Coc è stata impeccabile. Ci hanno preparato i pasti, supportato in qualsiasi momento”.

I motivi della partenza verso la Romagna: “Sono legato al mondo dello scoutismo ed il concetto di bene comune. È la prima volta che mi capita di poter dare una mano, in un evento meteorologico del genere. Inizialmente è stato possibile constatare tanta comprensibile disperazione. Successivamente le persone hanno percepito questo desiderio, da parte dei volontari di contribuire ad aiutare, e si è creata una bella sinergia. Ho visto tanti residenti con le lacrime agli occhi e naturalmente tutto ciò coinvolge. La voglia di ricominciare fortunatamente è enorme, poiché lo spirito romagnolo pervade nella loro comunità”.   

Cose ti lascia questa esperienza terminata nelle scorse ore: “Riempie il cuore, fa sentire utile. Con la sola forza delle braccia abbiamo avuto l’opportunità di dare una mano, vivere le stesse emozioni, entrando in una tragedia che purtroppo stanno affrontando. Il contatto con la gente è il filo conduttore. Infine è possibile poi collaborare con i volontari delle altre città, confrontarsi – sotto il profilo operativo – e creare un gruppo di lavoro”.

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