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Terni, il virus della povertà: “Alla Caritas oltre il 230 per cento di richieste in più, la situazione è esplosa”

I dati della mensa di San Valentino e dell’emporio di via Vollusiano: chiedono aiuti più italiani che stranieri, distribuiti quasi settemila prodotti e pagati oltre 15mila euro tra affitti e bollette

“La situazione è esplosa”. Lo dice chi ogni giorno fa i conti a Terni con il virus della povertà, divenuto molto più aggressivo in questi mesi di emergenza sanitaria. E lo testimoniano i numeri diffusi dalla Caritas diocesana di Terni Narni Amelia nel bilancio delle attività svolte in città dalla mensa di San Valentino e dall’emporio della solidarietà di via Vollusiano.

“Alla mensa abbiamo a cena ogni sera cinquanta persone” che vengono fornite di guanti e mascherine. All’ingresso viene misurata la temperatura. “In qualche caso – spiega Francesco Venturini, presidente dell’associazione di volontariato San Martino – a chi aveva una temperature superiore a 37,5 gradi è stato fornito il cibo da asporto”.

L’emporio della solidarietà continua ad assistere i sessanta nuclei famigliari individuati per il primo semestre 2020. Ma è analizzando i dati da fine marzo ad oggi che risulta in maniera evidente che impatto sociale ed economico stia avendo a Terni l’emergenza Coronavirus.

Le parrocchie coinvolte sono 17, il numero di prodotti distribuiti (alimenti e per l'igiene personale) sfiora quota settemila. Le famiglie che hanno presentato richiesta sono fino ad ora 178, mentre sono 164 quelle che - fisicamente - hanno ritirato i prodotti alimentari. DI questi, 85 sono italiani e 79 stranieri.

“Facendo un confronto tra i dati riguardanti tutti i beneficiari dell’emporio e non solo quelli legati all’emergenza Covid19 inerente il periodo gennaio-aprile 2019 e il periodo gennaio-aprile 2020 – rileva Venturini - la situazione è la seguente: gli utenti sono aumentati del 233%, passando dai 61 dello scorso anno ai 203 di adesso”. Stringendo la lente sulla platea di utenti, si scopre ancora che 17 famiglie sono straniere, 82 italiane mentre 20 sono i nuclei monoparentali mono italiani e 84 stranieri.

“I dati delle nuove povertà sono ancora relativi e secondo ciò che emerge – spiega il direttore della Caritas diocesana, Ideale Pientoni - dobbiamo aspettarci una crescita nel tempo di situazioni economicamente gravi. La mensa si è adattata a tutte le restrizioni ed è stata ed è ancora, veramente, un fiore all’occhiello. Nell’emporio di emergenza nato l’8 aprile, mercoledì santo, sono stati accolti oltre 100 nuclei con aumento superiore al 100 per cento rispetto all’emporio solidale, ed anche qui devo sottolineare la dedizione e la professionalità dell’operatrice. Casa Parrabbi è stata gestita in modo encomiabile e ai sei ospiti controllati giornalmente con termo laser si è aggiunta l’accoglienza di alcuni detenuti in libertà vigilata. Gli aiuti dell’inizio dell’anno che hanno trasformato il nostro fondo solidale per le famiglie disagiate in fondo emergenza virus, si è trasformato in 76 interventi economici da inizio 2020, di cui 57 da fine febbraio 2020 e 47 attraverso il numero verde (tra affitti e bollette sono stati pagati oltre 15mila euro, ndr). Abbiamo cercato di aiutare con cibo alcuni ragazzi di colore usciti dai progetti, in precarie condizioni igieniche ed alimentari. Su richiesta della protezione civile – conclude Piantoni - abbiamo coordinato interventi da Attigliano e Amelia verso la “zona rossa” di Giove e direttamente consegnato buoni alimentari al parroco della cittadina”.  

Tutto questo, e quello che ancora dovrà purtroppo emergere, è stato possibile grazie al lavoro di 380 volontari, 14 dipendenti e 33 operatori sociali.

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