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Venerdì, 26 Aprile 2024
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‘Cena in Hemmaus’, Vittorio Sgarbi: “Intensamente Caravaggesco ma non di Caravaggio”. Caponi: “Lo è certamente”

Dibattito nel corso della conferenza stampa tenutasi ad Amelia. Dal 22 agosto l’opera sarà esposta e potrà essere ammirata in tutto il suo splendore

“Un’opera importante e bellissima strettamente legata a Caravaggio”. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi si è espresso in questi termini sulla ‘Cena in Hemmaus’ che potrà essere ammirata dal prossimo 22 agosto ad Amelia, attualmente custodita all’interno della chiesa di Santa Maria Assunta, nel comune di Arrone. L’iniziativa, si è tenuta presso la sala dello Zodiaco di Palazzo Petrignani, in occasione dell’inaugurazione e riapertura al pubblico post restauro. Alla conferenza hanno partecipato i sindaci di Amelia ed Arrone Laura Pernazza e Fabio Di Gioia ed Alvaro Caponi il quale ha ribadito il concetto: “Si tratta di un Caravaggio al 100%”.

Lo stesso Sgarbi, legato al territorio amerino, ha ricordato: “Alla metà degli anni 70’ andai ad Arrone per ammirare questo quadro e ne rimasi colpito. Di sicuro non può essere attribuita al Caravaggio, anche se ne è fortemente collegata, intensamente Caravaggesca. È possibile ipotizzare la sua realizzazione tra il 1610 e 1625. Ecco perché la mostra potremmo denominarla “Congetture Caravaggio”. Molto animato il dibattito tra lo stesso Sgarbi ed il professor Alvaro Caponi che invece la pensa diversamente dal critico d’arte: “Attraverso alcuni esami comparativi si può affermare che è opera di Caravaggio. Come è noto aveva l’occhio bieco. Questo modo di dipingere, dipingeva sé stesso in un contesto di realismo sfrenato, lo ritroviamo anche sulla Cena. Sono andato in archivio di stato ed ho trovato un documento. Un vescovo, nel 1711 attraverso una sua visita pastorale, dice che oltre le reliquie della Santa Croce e l’organo c’era una Cena in Hemmaus. Secondo me una realtà oggettiva per un’opera detenuta nella nostra Umbria”.

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