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Terni Valley: “Una Cascata di dubbi tra orari, sicurezza e precarietà dei lavoratori”

In una nota l'associazione mette nero su bianco le perplessità rispetto alle modalità di gestione del sito naturalistico

Una cascata di dubbi tra orari di apertura e chiusura, competenza della commissione, monte orario complessivo, sicurezza dell'area, passando per il destino di Carsulae e dei lavoratori.
A tornare sul tema riguardante la gestione del sito turistico più importante del territorio è Terni Valley che riprende le fila del discorso, elencando le perplessità emerse negli ultimi mesi, mentre si attende l'esito del nuovo bando, con il prossimo gestore che si insedierà a partire da novembre.

La commissione

Il primo aspetto considerato riguarda la commissione chiamata a giudicare le offerte tecniche: “Il piano integrato di marketing – viene sottolineato nella nota firmata da Jacopo Borghetti - ha, giustamente, un peso specifico rilevante, con 30 punti su 70 dell’offerta tecnica. Lla commissione giudicatrice è composta da due architetti ed un ingegnere. Sarà forse una naturale difesa della mia categoria professionale, ma come è possibile che tra queste figure professionali non ci sia qualcuno che, almeno sulla carta, abbia competenze di turismo e/o marketing?

Orari e monte ore

“Con il vecchio capitolato, il parco era aperto da febbraio a dicembre tutti i giorni, feriali e festivi, anche quando il rilascio d'acqua della cascata era chiuso, mentre nel mese di gennaio veniva aperto solo sabato, domenica e festivi. Per venire incontro alla gestione in house del parco si è provveduto a una nuova formulazione “sperimentale” degli orari di apertura dell'area e dell’acqua, giungendo alla chiusura del parco tutti i giorni feriali da ottobre a febbraio”

Tutti questo – continua la nota – comporterà la mancanza di vigilanza nel parco, soprattutto con riferimento al sentiero di collegamento, il numero 1; la chiusura del sentiero 5 e dei bagni del parco Campacci e del Piazzale Vasi resteranno chiusi e inutilizzabili 5 giorni su 7.
“Ultimo, ma non per importanza, la precarietà lavorativa del personale attualmente impiegato. Il comune dispensa un rimborso economico (con base d'asta e ribasso calmierizzato) di circa 17 euro lorde l'ora con oltre 30.000 ore lavorabili per la biglietteria e il controllo accessi (6 posti di lavoro minimo al giorno). Se si prendono in considerazione le aperture imposte dal comune si hanno meno di 22.000 ore lavorabili, più di 8000 ore in meno rispetto a quelle che nell'appalto (fatto a misura e non a corpo) possono essere pagate. Consideriamo anche il fatto che, come scritto negli articoli del capitolato, il comune può aumentare o diminuire del 10% queste 30.000 ore. In sostanza il comune si impegna a garantire un orario di apertura tra le 27.000 e le 33.000 ore. Anche nella ipotesi meno dispendiosa ci sarebbe la copertura dei posti di lavoro anche in inverno.
Provo a spiegarmi meglio: fino al 2018 il parco era aperto tutti i giorni 11 mesi su 12, più tutti i sabato, le domeniche ed i festivi di gennaio, per un totale di 25.000 ore. Dal prossimo appalto il parco sarà aperto tutti i giorni solo 7 mesi l'anno, il sabato, la domenica ed i festivi nei restanti 5 per un totale di 22.000 ore.
Si ha così un evidente surplus di ore, nei mesi primaverili ed estivi e praticamente 0 nei mesi invernali, un modus operandi volto alla precarizzazione del lavoro ed alla stagionalizzazione dell’offerta, in contrapposizione a tutti gli obiettivi del bando.

Caruslae

"Il nuovo bando include la gestione del sito archeologico di Carsulae, attualmente compreso in quello del sistema museale insieme al Caos, all’Anfiteatro, al Teatro Secci ed al Museo archeologico.
Anche il bando del Caos è in scadenza, al 31 ottobre precisamente, ma la gara andata deserta nella scorsa estate ha costretto i tecnici ad una proroga al 31 dicembre. Da chi verrà gestita quindi l’area archeologica in questi due mesi? In questo scenario repleto di dubbi, attendiamo fiduciosi delle risposte".

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