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Ex convento di San Pietro, “il Comune in questa fase di dissesto non può rinunciare agli oltre 400mila euro per l’intervento”

L’audizione di tre genitori esponenti del Consiglio di circolo della direzione didattica “Mazzini” nel corso della seconda commissione consiliare

La seconda commissione consiliare è tornata a riunirsi, dopo la pausa estiva. All’ordine del giorno un argomento piuttosto dibattuto e sentito: l’ex convento di San Pietro e la realizzazione di alcune abitazioni, da destinare ad uso residenziale. Tre i genitori auditi stamattina – lunedì 30 agosto – esponenti del consiglio di circolo della direzione didattica “Mazzini” nella seconda commissione consiliare. Focus sulla sicurezza del cantiere, avviato nelle scorse settimane, la coabitazione tra lo stesso e la scuola e gli spazi da poter utilizzare per i bimbi. Inoltre, le questioni pregnanti della sicurezza, la compatibilità del servizio pubblico scolastico ed i contestuali lavori di realizzazione degli appartamenti.

“Dobbiamo partire dal presupposto che tale intervento non è ascrivibile a questa amministrazione poiché il Comune, una decina di anni fa, decise di vendere all’Ater il plesso” ha ricordato l’assessore alla scuola Cinzia Fabrizi. “Il proprietario così decise di realizzare degli edifici che sicuramente potrebbero porre dei punti interrogativi”. Focus sugli spazi: “Non ho ricevuto richieste dalla dirigente Marigliani per fruirne di ulteriori. Abbiamo una richiesta di condivisione del piano di attuazione dei lavori con l’attività didattica”.

Sul tema, l’intervento dell’assessore al patrimonio Orlando Masselli: “La vendita dei locali del primo e secondo piano, da parte del Comune, risponde ad un progetto di edilizia sociale fatto dall’amministrazione comunale, una decina di anni fa, per la rivitalizzazione del centro storico. L’obiettivo era portare giovani coppie in centro storico con la realizzazione di immobili a canone concordato. Il Comune stabilì un vincolo di destinazione tant’è che mise a carico dell’Ater una clausola. I lavori sono stati avviati in ritardo, nel periodo estivo, per non impattare sull’attività didattica. Le legittime preoccupazioni del comitato dei genitori sono condivisibili. Sono stati sollevati anche altri temi soprattutto su cosa si poteva fare. Oggi è possibile fare poco. Tornare indietro è piuttosto difficile. In questa fase di dissesto, non è possibile rinunciare ad oltre 400mila euro”.

Il capogruppo Michele Rossi di Terni Civica, da sempre contrario a tale intervento, ha affermato: “Lo reputo assurdo. Utilizzare questi spazi identitari per la nostra città è da condannare, da caratterizzare come anticulturale e antieconomico e verrà a costare due milioni di euro. Si realizzeranno mini appartamenti da 50 metri quadri, con una sola finestra. Le attuali responsabilità sono dell’amministrazione in carica. Troppo facile dire che non si può fare nulla. E’ giusto dare delle sicurezze ai bambini ed ai loro genitori. Il problema della coabitazione emerge. Le preoccupazioni vengono confermate anche dai genitori, in un cantiere che durerà più di un anno. Ho provato ad ostacolare questo scempio in tutti i modi. La prosecuzione di questa scelta, da parte di una maggioranza trasversale, mi ha sorpreso. L’amministrazione ha fatto ben poco per fermare il tutto. Sono sconcertato e deluso”.

La presidente Rita Pepegna, dopo aver effettuato un sopralluogo, ha affermato: “Non reputo giusto che un palazzo storico venga adibito ad appartamenti, seppur a canone concordato”. Focus sicurezza: “La gru è totalmente recintata, il percorso del chiostro è autonomo e si può usufruire di una parte del giardino che comunque va rimesso a posto. Ci sono tutte le pannellature all’interno delle arcate. La promiscuità non la vedo seppur posso capire i disagi. Quando le cose sono scritte si rischia anche di perdere il finanziamento”.

Dall’opposizione il pensiero di Alessandro Gentiletti: “E’ doveroso dare dei tempi certi per la durata dei lavori. Al momento se ne stanno facendo di consolidamento. Non possiamo limitarci a dire ai genitori di state tranquilli o che andrà tutto bene. Sulla destinazione ha ragione il consigliere Rossi. La scelta è stata politica nel proseguire quella avanzata da un’altra amministrazione. Era possibile prendere una strada diversa. Al momento si può sorvegliare il cantiere per la tutela e la sicurezza. Necessaria una cabina di regia, seguendo i lavori e facendo anche delle proposte alternative”.

Spazio al consigliere Paolo Cicchini: “Il danno è stato fatto. Ora la salute dei bambini e messa in sicurezza del cantiere sono le priorità. Stiamo parlando di un chiostro cinquecentesco, vicino ad una chiesa dove sono presenti documenti storici, affreschi di una portata rilevante. Mi chiedo: la Sovrintendenza ai beni culturali che guarda tutto con il microscopio, non vede l’elefante che gli passa davanti?. Rinunciare alla nostra storia per una questione prettamente economica personalmente mi lascia molto amareggiato”.

Infine Paolo Angeletti che ha parlato di “un intervento molto impattante. La prima preoccupazione è rivolta alla sicurezza dei bambini con le gru vicino. Quest’ultima è in sicurezza con la pavimentazione di pregio presente?”. E Doriana Musacchi che ha condiviso le ‘battaglie’ di Michele Rossi sull’argomento: “Non mi trova d’accordo questa decisione. Tuttavia capisco che è molto difficile cambiare il percorso ormai intrapreso. Ora l’aspetto preponderante è mettere in sicurezza la zona”.

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