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Coronavirus, le proposte di Terni Valley: “La gestione della raccolta differenziata per le famiglie colpite dal virus”

Il contributo dell’associazione in collaborazione con Alessandro Chiometti e Leonardo Celi: “Assurdo esporre delle famiglie ad altri problemi sanitari”

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Terni Valley sulla gestione della raccolta differenziata per i nuclei colpiti da infezione.

“Sono numerose e sempre più arrabbiate le famiglie umbre che, oltre ad essere in quarantena per casi di positività alla Covid19 in casa, vedono aumentare le difficoltà perché non possono gettare i rifiuti nella normale spazzatura. La “promessa” di una raccolta a parte è stata disattesa in più occasioni dagli organi competenti, fino al verificarsi di casi di numerose persone chiuse quindici giorni di convivenza in casa con la spazzatura. In caso di famiglie numerose questo problema diventa enorme soprattutto quando lo spazio casalingo è quello condominiale e non di una villa. Pensiamo sia assurdo che per fermare un virus, seppur pericoloso come il Sars-Cov-2 si debba esporre delle famiglie ad altri problemi sanitari che possono portare anch'essi gravi complicanze”

Le premesse

La maggior parte delle regioni d'Italia non prevede particolari cautele per la gestione dei rifiuti se non raccomandazioni come quella di usare un doppio sacco di plastica per evitare le rotture, o di gettare tutto nella differenziata per non contaminare le raccolte di ciò che è recuperabile (carta, plastica, metalli, vetro). Anche in tempi “normali” ovvero senza pandemie di virus pericolosi come il Sars-Cov-2 gli operatori della Nettezza Urbana devono avere gli adeguati DPI (messi obbligatoriamente a disposizione dal datore di lavoro) che ricordiamo essere: A) facciali o mascherine quanto meno FFP2 ma, visto il rischio elevato associato al tipo di lavoro di venire a contatto con aerosol molto carichi di virus e batteri sarebbe consigliabile un FFP3 B) protezioni delle mani con adeguati guanti da lavoro ed eventualmente anche sottoguanti per la movimentazione. Esiste la possibilità di neutralizzare qualunque contaminante batterico o virale nei rifiuti urbani prodotti da una famiglia semplicemente gettando all'incirca mezzo litro di ipoclorito di sodio commerciale (varechina o candeggina) nella pattumiera casalinga piena.

Le possibili soluzioni

Consigliamo le amministrazioni comunali dell'Umbria e la Regione stessa di passare a una gestione più razionale del problema “rifiuto urbano contaminato da una famiglia con positivi alla Covid19” semplicemente disponendo che la famiglia sospenda l’effettuazione della c.d. “raccolta differenziata” per il periodo di positività alla Covid19. Raccolga in unica pattumiera dotata di un doppio sacco di plastica la spazzatura ed eventualmente per maggiore precauzione quando è il momento di buttarla ci versi mezzo litro di candeggina. Una volta chiusa gettarla nella raccolta dell’indifferenziato condominiale o in quella propria nel caso la zona sia servita dal servizio porta a porta.

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