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Covid, tagli alle indennità straordinarie per i medici della Regione. Coccetta: "Subito un tavolo regionale per ridistribuire le risorse"

A fare il punto della situazione è il responsabile umbro del sindacato dei medici Cimo, Marco Coccetta, che annuncia una serie di iniziative anche sui tavoli di Roma

Sono complessivamente 2,8 i milioni di euro messi a disposizione del ministero dell'economia come indennità per il lavoro straordinario prodotto dai medici dell'Umbria durante la crisi pandemica, e tolti dalle disponibilità della giunta regionale in "autotutela" per un errore di contabilità del documento ministeriale.

A fare chiarezza sulla questione è il responsabile umbro del sindacato medici Cimo, Marco Coccetta, che spiega nel dettaglio le cause che hanno portato l'esecutivo ad adottare questa scelta e annuncia immediate iniziative della sigla sindacale, anche a livello nazionale.

"Ci stiamo adoperando per avviare una interlocuzione con il Mef che a nostro parere non ha bene interpretato il calcolo sulle risorse messe a disposizione dallo Stato - spiega Coccetta - Ma quello che ci preme evidenziare come ad oggi sono stati spesi questi fondi, perché se consideriamo solo la prima trance, e cioè i primi 3 milioni e 700 mila euro, di questi soldi per la dirigenza sanitaria sono stati messi a disposizione poco più di 360 mila euro che non sono sufficienti a pagare il lavoro straordinario e sottolineo lavoro straordinario e non straordinario lavoro", sottolinea il segretario, che avanza la richiesta dell'apertura di un "tavolo" di trattative che "deve distribuire le risorse aggiuntive, le risorse contrattuali, come previsto dal nuovo contratto entrato in vigore nel gennaio 2020". Infine, la richiesta di iniziare a parlare del piano anti Covid da attuare a fine estate, "così da evitare gli errori del passato".

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