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Mascherine chirurgiche abbandonate: “Serve una campagna di sensibilizzazione. Necessario introdurre raccoglitori speciali”

Il Movimento cinque stelle ha presentato un atto di indirizzo ricordando l’importanza di un: “Corretto smaltimento di questi dispositivi come suggerito dai rapporti dell’istituto superiore della sanità”

La prima vera conseguenza emersa, durante il lockdown. Andando a perlustrare la città desolatamente vuota ci siamo accorti, soprattutto in zone precipue, della presenza di mascherine chirurgiche abbandonate all’incuria. Un malcostume che, seppur in minor misura di quanto emerse all’inizio della fase pandemica, si ripropone costantemente ed è stato oggetto di un atto di indirizzo del Movimento cinque stelle.

I penstastellati ternani hanno ricordato come: “Una recente stima del Politecnico di Torino rileva che serviranno circa un miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti ogni mese. Se solo l’1% dei Dpi venissero smaltiti in modo errato, questo si tradurrebbe in 10 milioni di mascherine disperse nell’ambiente. Considerato che il peso di ognuna equivale a circa 4 grammi, tutto ciò comporterebbe la dispersione di oltre 40 mila chilogrammi di plastica fuori dai tradizionali circuiti di smaltimento”. Sono numerose le associazioni che si sono prodigate, in vari appelli, perché si possa contrastare il fenomeno ed ottemperare alle corrette procedure.

Come sottolineano i consiglieri, nel rapporto ISS è raccomandato: “Di utilizzare contenitori dedicati alla raccolta delle mascherine e dei guanti monouso da gestire. La posizione di ognuno, nonché il contenitore stesso, dovrebbe essere chiaramente identificata. I punti di conferimento dovrebbero preferenzialmente essere situati in prossimità delle uscite dal luogo di lavoro, per prevenire percorrenze di spazi comuni”.

A tal proposito i consiglieri, impegnano sindaco e giunta: “A creare un circuito virtuoso che solleciti i cittadini, attraverso l'avvio di una campagna di sensibilizzazione, ad un corretto smaltimento di questi dispositivi. Nella fattispecie introducendo dei raccoglitori dedicati, in luoghi pubblici come parchi e piazze, soprattutto per evitare l’abbandono a terra. Inoltre a predisporre l’introduzione di raccoglitori speciali all’interno di uffici comunali e scuole di ogni ordine e grado”.

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