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O è Natale tutti i giorni, o non è Natale mai

Accadde a Natale, un racconto al giorno: Lorenzo, il consumismo e quella melodia che risuona nella testa. Un brano inedito di Arnaldo Casali

Per la serie di racconti in vista del Natale, oggi proponiamo un testo che non è pubblicato all’interno di Accadde a Natale, l’ultimo libro di Arnaldo Casali, ma un testo che l’autore ha scritto in esclusiva per Terni Today. Buona lettura.

Era freddo a Bologna. Luca passeggiava infagottato per le vie illuminate della città. Le vetrine brillavano di mille colori, dai negozi di elettrodomestici si affacciavano televisori accesi: presentavano famiglie felici che si facevano dolcissimi regali, e Babbi Natale che correvano sulla slitta ridendo e gridando «Buon Natale!».

Panettoni, pandori, torroni e compra questo e regala quest’altro.

In un negozio era esposto il suo ultimo disco. Era tra le offerte di Natale, prezzo scontato al 15%. Avrebbe venduto molto in quel periodo, Luca lo sapeva, e sarebbero arrivati tanti soldi a casa. Eppure la cosa non gli dava nemmeno un briciolo di entusiasmo.

Camminava quasi assente per le vie della città; si guardava intorno, osservava la frenesia della gente nel comprare, comprare, comprare. I mendicanti erano fuori dai supermercati con i loro cani.

«A che serve pensare che Gesù è nato in una stalla se non a fare il presepe? A Natale la differenza tra ricchi e poveri si fa ancora più marcata. Anziché rallegrarci per la nascita normale di un bambino speciale, facciamo sì che il Natale serva soltanto ad arricchire gli industriali. Poi diamo mille lire a un mendicante e questo ci basta per sentirci buoni. Sì, perché a Natale siamo tutti più buoni, ma questo è assurdo! O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai!».

LEGGI | Accadde a Natale, tutti i racconti

Lorenzo partiva da Milano per passare il Natale con mamma e papà, a Cortona.

Mentre la sua macchina sfrecciava in autostrada, vedeva passare davanti ai suoi occhi enormi manifesti pubblicitari, e le insegne luminose negli autogrill che invitavano a entrare e a comprare, comprare, comprare...

La strada era bloccata per un incidente; si era creato un ingorgo e risuonavano nell’aria decine di clacson e di vaffanculo; gli automobilisti si insultavano reciprocamente.

A Natale siamo tutti più nervosi.

«Il mondo non è mai cambiato – pensava Lorenzo – e non cambierà mai. E non ci sarà pace in terra, perché noi non siamo uomini di buona volontà».

Solo i bambini, osservava Luca, erano veramente incantati dalla magia del Natale. Per loro tutto era fantastico. Andavano sulle giostre e si divertivano. Era il momento di esprimere i loro desideri, e avrebbero ricevuto tutto ciò che desideravano.

Gli adulti invece non facevano che consultare le liste dei regali da fare e quelli già fatti, si affannavano per completare gli acquisti o alla ricerca di un’idea (e la cosa era ancora più angosciante). E i negozianti facevano di tutto per accontentarli: tiravano fuori le cose più simpatiche e inutili. Le cosiddette idee regalo.

Luca osservava le signore incontrarsi e salutarsi frettolosamente:

«Allora se non ci vediamo buon Natale, eh, a tutta la famiglia, ciao, scusa vado di fretta».

«Buon Natale – pensava – chissà se ricordano ancora cosa significa questa frase. Buon Natale, una delle frasi più abusate, come Ti amo. La gente si fa gli auguri automaticamente ma non ricorda più cos’è che augura veramente. Non è un atto pensato ed espresso con amore: è semplicemente la formula di saluto che si usa sotto Natale».

Erano come tanti robot ipnotizzati dal consumismo. Passavano indifferenti davanti ai mendicanti, al di là poi che li ignorassero completamente o gli mettessero cinquecento lire nel piattino senza guardarli in faccia, senza avere il tempo di sentire i loro ringraziamenti, la loro storia, i loro auguri di buon Natale.

Era l’alba, e Lorenzo stava facendo colazione in un autogrill.

Vendevano biglietti della Lotteria Italia e le cartoline per le estrazioni settimanali, i gratta e vinci, le schedine del totocalcio, Enalotto… A pandori e panettoni erano abbinati concorsi a premi su concorsi a premi.

LA SCHEDA | Tutte le informazioni su Accadde a Natale

La gente cercava la fortuna, perché i soldi non fanno la felicità, questo lo sanno tutti, e nonostante ciò tutti continuano a inseguirli più di ogni altra cosa. Allora c’è una stupidità di fondo o una grossa ipocrisia: o si cerca ciò che non serve o si dice ciò che non si pensa.

Nell’autogrill c’era qualsiasi cosa; le persone si facevano vendere di tutto.

«Quanti dolci – pensava Lorenzo – Che modo di festeggiare la nascita di Gesù, quello di diventare più ciccioni!».

«Ma cos’è questo lusso di cartone! – pensava Luca dentro un centro commerciale – possibile che non si debba pensare ad altro che a mettere cartone su cartone, a farci i palazzi, col cartone? Il mondo ha bisogno di mattoni! Aids, razzismo, guerra, fame, carestie, inquinamento! Il mondo ha bisogno di noi e noi pensiamo solo ad accumulare vanità su vanità!».

«Le multinazionali si stanno comprando tutto il mondo – diceva tra sé e sé Lorenzo – una piovra che ha tentacoli ovunque! E mentre attirano i nostri figli con i pupazzetti, uccidono i bambini del terzo mondo vendendo latte in polvere proibito al solo scopo di aumentare il guadagno e il potere. In questo momento migliaia di bambini sfruttati e sottopagati stanno costruendo in Cina e a Hong Kong i giocattoli che noi ci affanniamo a comprare per viziare i nostri figli».

«Per fortuna il mondo ha molto più tempo di noi per cambiare – rifletteva Luca – noi non ci saremo, ma chissà? Chissà che non ci sia davvero un giorno di pace in terra».

«Oi, Lorenzo, come va? Senti, volevo farti una proposta, che ne diresti se per la data di Roma facessimo una cover degli Extreme?»

Lorenzo, dall’altro capo del telefono, non credeva alle sue orecchie. Luca Carboni, l’idolo delle tredicenni, gli proponeva di concludere il loro breve tour autunnale con una canzone degli Extreme.

«Luca, ma vuoi diventare un metallaro? Ti sei stufato di fare il cantautore romanticone per eccellenza? »

«Ma no, che metallaro, pensavo a More Than Words, è tutto il giorno che ce l’ho in testa»

«Ah mi sembrava strano, beh è molto bella! – rispose Lorenzo - Il testo però lo riscriviamo in italiano»

«Esatto, e ne facciamo una canzone natalizia».

Lorenzo restò in silenzio per qualche secondo.

«Ho detto una cagata?»

«No, anzi. Pensa che io avevo in questi giorni avevo già buttato giù qualche appunto, una riflessione… Ora voglio vedere se si può adattare a quella melodia. Ma tu vuoi fare una cosa alla Celentano, che non c’entra niente col testo originario?»

«Nemmeno Happy Xmas di John Lennon c’entra niente con il testo originale della canzone che ha ripreso».

«E secondo te gli Extreme ce lo daranno il permesso di stravolgere le parole?»

«Secondo me…»

«Secondo me non ci capiscono niente»

«Esatto, quindi ce lo danno! Lorenzo, lo sai che c’è?»

Lo sai che c’è?

Dovremmo stringerci le mani

O è Natale tutti i giorni

o non è Natale mai.

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