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Padel ‘mania’, Stefano e Martina: “Non solo moda del momento. Le donne motore trainante di uno sport divertente e semplice da apprendere”

Il progetto Padel dei Draghi nato del 2016: “Un’intuizione del compianto Stefano Proietti dopo un viaggio in Spagna”

Uno sport semplice da apprendere quanto divertente. Il padel è ormai diventato un punto di riferimento per migliaia di appassionati che possono beneficiare di numerose strutture, anche nel nostro territorio. Correva l’anno 2016 quando, presso gli impianti del Sabotino, nacque il primo circolo dedicato ad una disciplina che si è tramutata in vero e proprio fenomeno sociale.

Alla redazione di www.ternitoday.it è intervenuto Stefano Draghi che gestisce gli impianti del Padel dei Draghi: “L’idea è scattata nel corso del 2014, dopo che Stefano Proietti mi propose di condividere il progetto. Rimase particolarmente colpito da questo sport, dopo un viaggio in Spagna”. Purtroppo Stefano Proietti è deceduto ed è subentrata sua figlia Martina, nel proseguire un cammino che vede il circolo ternano motore trainale del padel. “Siamo stati i precursori – ricorda Stefano – prima di una vera e propria espansione. Il gioco è piuttosto semplice, adatto a tutti con grandi prospettive di miglioramento per i singoli giocatori. Il nostro è un impianto molto accogliente. Forniamo un trattamento speciale, siamo disponibili quanto flessibili negli orari”. Come tiene a specificare Stefano Draghi: “Tutti possono sentirsi a proprio agio”.

Caratteristiche del Padel dei Draghi: “Abbiamo ragazzi che frequentano la scuola con istruttori qualificati Fit come Marco Bassitto e Alessandro Collazzoni. Seguono giovani dall’età compresa tra i 10 e 14 anni. Sono una ventina gli iscritti che frequentano i corsi durante il periodo dedicato alle attività scolastiche. In futuro magari potrebbero esserci prospettive per dei mini tornei. Complessivamente – aggiunge Martina – computiamo una cinquantina di iscritti Fit”. Squadre partecipanti ai vari tornei: “Ne deteniamo due in Serie D. Siamo andati bene nel torneo della targa Umbra, arrivando fino alle semifinali, nonostante alcune problematiche incontrate nel corso della stagione”

Il periodo della pandemia: “Era l’unico sport praticabile – ricorda Stefano Draghi – poiché non c’è contatto tra i giocatori. All’inizio sussisteva qualche comprensibile titubanza nell’avvicinarsi ai campi. Poi è divenuta una sorta di valvola di sfogo. Chi non poteva giocare a calcetto, per i noti motivi, si riversava sui terreni”. Le strutture del circolo: “Ci sono due campi a disposizione, oltre le strutture dedicate agli spogliatoi. Il tappeto è in sintetico pertanto la manutenzione va fatta in modo ciclico. Da parte nostra mettiamo a disposizione delle racchette. Tuttavia, la maggior parte dei giocatori, ne hanno acquistato almeno una. Da un può di tempo a questa parte è scoppiata una vera e propria padel 'mania'. Malgrado le tante new entry, rispetto a due anni fa, ora stiamo faticando un pochino, perché l’offerta si è ampliata”. Il boom?: “Sicuramente tra il 2018 e 2019, prima della pandemia”.

Futuro: “A mio avviso – afferma Stefano – il padel avrà una propria continuità e si manterrà nel corso del tempo. Uno sport trainato dalle donne. Non penso che resterà una moda fine a sé stessa. Ad esempio ci sono dei gruppi su whatsapp, delle app specifiche per cercare dei giocatori. Insomma si è creata una rete funzionale molto coinvolgente. Ed alla fine – conclude – è gratificante vedere persone di tutte le età cimentarsi in tale disciplina”.

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