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Presepe di San Cristoforo: “Una tradizione per tutta la città con una processione di visitatori che vengono ad ammirarlo”

L’impegno di un gruppo di volontari della chiesa di San Cristoforo. Fino al prossimo 2 febbraio sarà possibile visitarlo rispettando tutte le normative anti contagio

Una tradizione che si rinnova di anno in anno connotata da passione, creatività ed un pizzico di originalità. La chiesa di San Cristoforo, anche per queste festività, ha ospitato il presepe realizzato da un gruppo di volontari, molto attivi durante tutto l’anno in ulteriori attività della parrocchia. Da Carlo a Michela, fino a Margherita, Francesco, Manlio, Toni, la supervisione di Anna e la ‘regia’ di Don Franco, il quale li assiste cercando di soddisfare ogni singola necessità.

“Abbiamo iniziato nei primi giorni di Ottobre ad allestirlo” esordiscono alla nostra redazione di www.ternitoday.it. “Ognuno, a seconda delle proprie peculiarità, capacità ed inclinazioni, fornisce il proprio supporto. Dapprima è necessario reperire i materiali. Successivamente si passa all’assemblamento per poi concludere con la realizzazione ed il trasporto, in dieci distinti pezzi. Rispetto allo scorso anno, per non occupare la chiesa, abbiamo deciso di trasferirci nella zona dell’oratorio, dando vita ad un vero e proprio laboratorio”.

Una delle particolarità del presepe è il continuo rinnovamento. “Utilizziamo sabbia, cemento, rame, colori di variegata natura. Per le minuterie è stata usata la cera con varie tecniche che si imparano ed affinano con il tempo. La realizzazione delle case è avvenuta grazie a cartone, polistirene, costruendo li intonaci con la collaborazione del bar Evangelisti, il quale ha fornito dei fondi di caffè”. Una ulteriore curiosità: “La capanna è stata tagliata in vari pezzi, fatto il tetto ed ultimata all’interno dello spazio adibito della chiesa”.

Il presepe dinamico tutto da godere: “Grazie a Carlo che si occupa della parte elettrica. Abbiamo dei pastori in movimento anche se, rispetto al passato, sono stati collocati in una quantità minore perché l’idea è stata quella di rispettare le varie proporzioni. Comunque sono visibili un falegname, un fabbro, oltre al fiume, ai fuochi e tutte le luci. Ci siamo prefissati l’obiettivo di ricreare il presepe napoletano, senza abbandonare quello palestinese, riproducendo il deserto e le oasi”. I volontari tengono a sottolineare: “Una autoproduzione completa estesa anche alle statuine. Basti pensare che i vestiti li abbiamo cuciti su misura”.

Una grande passione come elemento preponderante: “Occorre un rispetto fortissimo della tradizione, oltre un innato amore per questa rappresentazione. Grazie a Don Franco la terza domenica di Avvento è possibile benedire i bambinelli che tutti i parrocchiani portano con sé. Il risveglio della fede è un ulteriore aspetto da rimarcare. Creare ogni singolo oggetto consente di sentirselo proprio. Una bellissima sensazione condivisa con tutti i volontari”.

La soddisfazione più grande: “La processione continua di persone che vengono ad osservarlo. Ormai è divenuta una tradizione per tutta la città. Resterà visibile fino al prossimo 2 febbraio, rispettando naturalmente tutti i protocolli anti contagio”. Uno spettacolo che vale la pena andare a vedere.

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