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Rifiuti, la proposta: un nuovo impianto per il trattamento dell’indifferenziato

L’intervento del Comitato No inceneritori dopo l’introduzione della tariffa puntuale a Terni. “Provvedimento necessario per non rendere inutile la nuova tariffazione”

Un “passaggio chiave per il miglioramento del sistema di raccolta differenziata” che però non può bastare. Il comitato No inceneritori Terni interviene dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale di Palazzo Spada della tariffa puntuale. Di fatto, dal primo gennaio 2021, la bolletta dei rifiuti si pagherà in base alla quantità di immondizia prodotta da ogni singola utenza.

Un plauso arriva dunque a questo sistema che “incentiva i cittadini a migliorare e ripaga del buon lavoro fatto casa” che va però inquadrato nello “stato generale del sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti nel territorio della provincia di Terni” rispetto al quale “occorrono altri passaggi fondamentali, per non rendere inutile proprio l’effettività della nuova tariffazione, e per non utilizzarla a mero scopo di propaganda politica contingente”.

No inceneritori suggerisce dunque di “estendere la raccolta porta a porta anche ai condomini, o almeno alla loro maggioranza” poiché “la raccolta di prossimità coi cassoni di media grandezza non dà buoni risultati in termini di differenziazione dei rifiuti. Questo è un aspetto centrale, senza risolvere il quale, la tariffa puntuale diventa solo uno specchietto per le allodole. Nel progetto presentato dalla Ati Asm-Cosp si parlava di percentuali e obiettivi molto ambiziosi in termini di intensità e vastità del sistema”.

“Serve poi una nuova campagna di comunicazione domiciliare su come differenziare a casa, quali tipologie di prodotti acquistare o no per diminuire la quantità di imballaggi” così da “aiutare a distinguere bene soprattutto quali frazioni debbano finire nell’indifferenziato per evitare che queste sporchino invece le frazioni che possono andare a riciclo. Nelle zone dove avvengono continuamente abbandoni di rifiuti in strada, Asm deve intervenire in modo massiccio pianificando una comunicazione più efficace. A poco vale altrimenti l’impegno dei tanti cittadini che si organizzano per ripulire la città”.

Questo perché “dai dati del 2019, verifichiamo come ancora troppa frazione organica finisca nell’indifferenziato e contemporaneamente ancora troppe frazioni non organiche finiscano nell’umido. Soprattutto va capito se qualche flusso di organico in entrata all’impianto di GreenAsm (di recente con un nuovo socio al posto di Terni Energia) proveniente da fuori regione sporchi flussi invece ben differenziati”.

Il cardine attorno al quale far davvero ruotare un nuovo sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti sta però nella “improcrastinabile progettazione di un nuovo impianto di trattamento dell’indifferenziato finalizzato al recupero di materia, senza il quale i volumi di rifiuti in discarica non potrebbero diminuire, se non a fronte dell’innalzamento della percentuale di raccolta differenziata. A condizione ovviamente che a monte ci sia una ottima separazione dei rifiuti, in particolare dell’organico, per non sporcare i materiali recuperati dalle tecnologie dell’impianto. Gli impianti – sottolinea il Comitato - devono servire a gestire al meglio il trattamento, sono da considerare cioè strumenti di servizio della raccolta, non la soluzione ad una cattiva gestione a monte. Con l’attuale impianto infatti, anche a fronte di un miglioramento sostanziale della raccolta, in discarica finisce il 97% di quello che entra. Il rifiuto quindi perde al massimo un po’ di umidità e un po’ di metalli ferrosi e non ferrosi che vengo recuperati”.

“Sappiamo come il progetto di impianto di trattamento meccanico con recupero di materia proposto ad Auri da Asm sia stato bloccato da un ricorso al Tar vinto da Acea. Si proprio quella che è socia di Asm in Umbria Energy, proprietaria de facto del servizio idrico, nonché proprietaria della discarica di Orvieto, dove finiscono i nostri rifiuti. Rifiuti che Acea vorrebbe anche per il suo inceneritore e di cui si attende l’esito della richiesta pendente da anni in Regione. Che Acea abbia tutto l’interesse a mantenere a valle importanti quantità di rifiuti per i suoi impianti quindi, non è un segreto”.

“Va capito – è la ‘sfida’ politica dei No inceneritori - se la maggioranza che governa Regione e Comune ha la volontà di non vanificare i risultati importanti che i cittadini e le cittadine ternane, insieme ad Asm, hanno raggiunto in questi anni portando Terni ad essere, tra le i centri urbani più grandi, quello con la più alta percentuale di raccolta differenziata a livello regionale, ben oltre il capoluogo”.

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