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“Teatro sociale, sono sorpreso da una decisione presa solo oggi, proprio quando un imprenditore si è fatto avanti”

Intervista ad Antonio Tacconi dopo la decisione del ministero della cultura di esercitare il diritto di prelazione sullo stabile di Amelia. “In questi anni sono emerse in modo inequivocabile tutte le difficoltà dell’amministratore pubblico nella gestione economica e artistica di questa struttura”

“Rispetto questa decisione, ma non posso nascondere che mi ha lasciato perplesso”. Parla Antonio Tacconi, l’imprenditore ternano che ha rilevato all’asta il Teatro Sociale di Amelia e che oggi si trova a fare i conti con l’intervento del ministero della cultura che, su quel bene, ha esercitato il diritto di prelazione.

Questo significa che il bene, al centro di un contezioso giudiziario tra la Società Teatrale, già proprietaria dello stabile, e la ex Bnl per un mutuo non pagato, ora è proprietà dello Stato. Dopo che lo stesso Tacconi – alla nona asta – lo aveva acquisito per 414mila euro.

Dottor Tacconi, come ha accolto la decisione del ministero della cultura di esercitare il diritto di prelazione sul Teatro sociale di Amelia?

“Rispetto la decisione del Ministero, ma non posso nascondere che mi ha lasciato perplesso e molto dispiaciuto, in quanto avrei voluto portare fino in fondo il mio progetto di valorizzazione del Teatro sociale attraverso una solida collaborazione tra pubblico e privato, sempre nell’ottica del bene comune e della crescita culturale e artistica della comunità amerina e di tutto il territorio. Non capisco, quindi, il perché di una scelta come questa, considerato che in questi anni sono emerse in modo inequivocabile tutte le difficoltà dell’amministratore pubblico nella gestione economica e artistica di strutture di grande valore come il Teatro”.

Cosa succede tecnicamente adesso?

“Ora il ministero della cultura ha 60 giorni per esercitare il diritto di prelazione e versare la quota di 414mila euro al custode della procedura. Per il momento, questa decisione del Ministero rende impossibile pensare ai prossimi passi, perché dovremo aspettare anche di capire come andrà a finire l’opposizione della Società Teatrale al decreto di trasferimento da parte del tribunale e se si riuscirà a trovare una soluzione in tempi brevi, ma al momento non si conosce neanche l’interlocutore”.

A suo modo di vedere questa decisione poteva essere presa prima magari risparmiando tempo e denaro?

“Certamente, una decisione poteva essere presa molto tempo prima, diciamo già da qualche anno. Sono oltre dieci anni, infatti, che questo compendio è all’asta in tribunale, quindi rimango molto sorpreso da una decisione presa solo oggi, proprio nel momento in cui un imprenditore si è fatto avanti per gestire in modo più pratico e concreto questo Teatro. È una scelta che non capisco, specialmente perché è intervenuta proprio adesso”.

Quale sarebbe stata la sua idea di sviluppo del Teatro?

“Il mio progetto era rendere il teatro moderno e accogliente, mantenendo inalterate la sua bellezza e storicità e, nel contempo, garantire un equilibrio economico, investendo comunque sulla promozione delle attività artistiche, coinvolgendo scuole di musica, recitazione e teatro, costruendo delle collaborazioni con organizzatori di eventi cinematografici, incontri di team building e comunicazione, esposizioni e visite guidate. Mi ero già attivato nel concreto istituendo tre gruppi di lavoro dedicati costituiti da tecnici esperti in interventi di ristrutturazione e riqualificazione, artisti con competenze multidisciplinari per la programmazione degli eventi (teatrali, ma non solo), ed infine professionisti della comunicazione, anche al fine di promuovere sulle moderne piattaforme digitali il Teatro e le attività che sarebbero state avviate. Senza dubbio avrei coinvolto il territorio, puntando sulla centralità geografica e culturale della nostra Regione Umbria, ricca di giovani competenti che possono fornire il loro contributo e beneficiare dei conseguenti risvolti occupazionali. Al tempo stesso, avrei investito molto sulle possibili sinergie con personalità di eccellenza nel campo dello spettacolo e creato una rete di relazioni e partnership sia a livello nazionale che internazionale, anche grazie ai rapporti che ho sviluppato all’estero in questi anni, in città come Vienna, Monaco, Londra, Amsterdam e Neuchâtel.
Sono fermamente convinto che una possibilità di investimento remunerativo nel nostro territorio passi attraverso la ricettività turistica promossa da un’adeguata attività culturale, da gestire in modo imprenditoriale e valorizzare al meglio”.

E adesso sarebbe disposto a far parte comunque di un futuro progetto per la gestione?

“Mi sembra prematuro parlare di un futuro progetto per la gestione del Teatro poiché ci sono ancora molti elementi indefiniti. Bisognerà capire, infatti, chi sarà l’interlocutore per discutere e affrontare questi progetti, quali saranno le condizioni e i tempi. A ciò si aggiunge la necessità di tenere in considerazione la capacità di un privato di potersi muovere con una certa autonomia e velocità, pertanto ritengo difficile rispondere adesso a questa domanda”.  

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