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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Meno rifiuti ma la bolletta cresce, cosa cambia per famiglie e attività produttive di Terni

Il consiglio comunale dà il via libera alle tariffe Taric 2023: incremento dell’8% per le utenze non domestiche ma i contributi di Miur, cascata e la lotta all’evasione ammorbidiscono la “stangata”

Al di là degli aumenti, i dati che forse più di altri dovrebbero far riflettere alla luce del via libera alle nuove tariffe Taric per il 2023 a Terni sono due: in un anno è diminuita la quantità di rifiuti indifferenziati prodotta e c’è stata anche una importante riduzione dei metri quadrati di superficie, soprattutto fra le attività produttive del territorio. Eppure, la bolletta continua a crescere.

Le modifiche al piano economico e finanziario e la conseguente rimodulazione delle tariffe sono state approvate nella seduta di ieri dal consiglio comunale con 18 voti a favore, 9 contrari e 2 astenuti. Di fatto, la bolletta dei rifiuti cresce di poco più di 1,2 milioni di euro tra il 2022 ed il 2023, portando il conto a 23 milioni e 149mila euro. Da qui, il conseguente aumento delle tariffe Taric che tocca – essenzialmente – le utenze non domestiche e che vede crescere la quota fissa dell’8% e la quota variabile dello 0,2%.

Secondo il Pef approvato dall’assemblea di Palazzo Spada, le utenze non domestiche attive nel territorio comunale sono 6.311 mentre quelle domestiche sono 53.227 per un totale di 59.538 utenze che in totale nel 2022 hanno prodotto 10.849.370 chilogrammi di rifiuti indifferenziati, ossia quasi 1,2 milioni di chili in meno rispetto all'anno precedente. Il numero maggiore di utenze è quello relativo a famiglie composte da un componente (17.410) appena superiore al numero di utenze di famiglie con due componenti (17.372).

Per quanto riguarda la variazione di spesa delle utenze domestiche, gli “aumenti” maggiori toccheranno le famiglie con tre e quattro componenti, ma l’incremento sarà irrisorio visto che si tratta di una variazione prossima a 1,5 euro l’anno. Irrisoria anche la riduzione che invece toccherà le famiglie composte da cinque o più componenti con decrementi inferiori ai 5 euro l'anno.

Più sostanzioso invece l’aumento per le utenze non domestiche per la quali la quota fissa subisce un aumento generalizzato dell’8%, nonostante l’importante decremento delle superfici servite pari a circa 74mila metri quadrati in meno rispetto al 2022.

L’impatto sulle bollette per le utenze non domestiche sarà comunque mitigato dal fatto che il calcolo tariffario, effettuato dal gestore, “tiene conto del contributo Miur di 112.637,13 incassato dal Comune di Terni per il 2022 – precisa una nota diffusa da Palazzo Spada - del contributo della Cascata per 100mila euro e della stima del recupero dell’evasione fiscale quantificato in 200mila euro”.

“Con l’atto – prosegue la nota - si stabilisce inoltre che le agevolazioni tariffarie per le utenze disagiate possano essere stanziate per un massimo di 250mila euro con le riduzioni previste dal gestore ripartite tra disabili (12%) per un totale di 30mila euro, reddito minimo (81%) per un totale di 202.500 euro e famiglie numerose (7%) per un totale di 17.500 euro”.

Previsto nel Pef – infine – anche un extra costo per il servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti nelle aree attigue alla cascata delle Marmore a fronte dell’aumento dei visitatori del sito: fissato un impegno di spesa pari a 200mila euro di cui 100mila a copertura dei costi già sostenuti dal gestore.

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