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Indennità Covid alla polizia locale di Terni, caccia ai soldi: “Manovra demagogica e priva di copertura”

L’assessore Scarcia: il provvedimento dovrà essere discusso con i sindacati. Gentiletti (Senso civico): autofinanziamento attraverso il taglio dei fondi destinati non solo a tutti i dipendenti comunali ma anche agli agenti

“Ne consegue che i fondi necessari per la relativa copertura, in ipotesi di raggiungimento di un accordo, dovranno essere attinti dal fondo del salario accessorio la cui parte variabile, per quanto appena argomentato, non può essere implementata durante il periodo di dissesto. Tuttavia, l’amministrazione si impegna, in ogni caso, ad effettuare ogni approfondimento utile ed ulteriore in merito alla possibilità di destinare allo scopo parte dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie previste per le violazioni al codice della strada”.

Così l’assessore Giovanna Scarcia (con delega alle risorse umane e alla polizia locale) risponde all’interrogazione presentata dal capogruppo di Senso civico in consiglio comunale, Alessandro Gentiletti, sulla questione della copertura finanziaria per l’indennità Covid, deliberata dall’assemblea di Palazzo Spada e destinata agli agenti che durante l’emergenza sono stati impegnati in servizi esterni.

La “grana” dei soldi era stata sollevata prima dai sindacati (Cgil e Cisl) e poi ripresa proprio da Gentiletti: da dove prendere le risorse per garantire la copertura finanziaria del provvedimento?

“L’ipotesi di aumento dell’indennità di servizio esterno da corrispondersi in favore degli agenti della polizia locale che sono stati impegnati nei controlli su strada durante il periodo di emergenza sanitaria – spiega Scarcia nella sua risposta - dovrà essere discussa in sede di trattativa tra la delegazione di parte pubblica e la delegazione sindacale, nel rispetto della normativa, sostanziale e procedurale, di riferimento”. Nessun automatismo, dunque, tra il via libera alla proposta presentata da Fratelli d’Italia e i soldi in busta paga per gli agenti della polizia locale.

Anche in considerazione del f atto che questi soldi vanno trovati. “L’articolo 67, comma 6, del contratto nazionale di lavoro fa espresso divieto agli enti che versino in condizioni di dissesto (come il Comune di Terni, ndr) di stanziare risorse atte ad alimentare il fondo del salario accessorio con importi variabili di anno in anno, con la sola eccezione delle quote (risorse) previste da disposizioni di legge, che finanziano compensi da corrispondere obbligatoriamente sulla base delle stesse disposizioni”.

A patto dunque che delegazione pubblica e delegazione sindacale trovino un accordo sull’indennità Covid, “i fondi necessari per la relativa copertura dovranno essere attinti dal fondo del salario accessorio la cui parte variabile, per quanto appena argomentato, non può essere implementata durante il periodo di dissesto. Tuttavia, l’amministrazione si impegna, in ogni caso, ad effettuare ogni approfondimento utile ed ulteriore in merito alla possibilità di destinare allo scopo parte dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie previste per le violazioni al codice della strada”.

“La risposta dell’assessora – rileva Gentiletti - conferma che la decisione è priva di copertura economica e rappresenta un’invasione di campo demagogica in un territorio proprio delle organizzazioni sindacali. Come conferma l’assessora - prosegue - l’aumento dell’indennità per il servizio esterno svolto dal personale della polizia locale dovrà trovare le necessarie coperture attingendo al fondo del salario accessorio dei dipendenti. Come più volte ribadito, questo potrebbe portare ad una diminuzione dei fondi per altri importanti indennità, o della produttività generale. In pratica si tratterebbe di un ‘autofinanziamento’ concretizzandosi attraverso il taglio dei fondi destinati non solo a tutti i dipendenti dell’amministrazione comunale ma anche agli agenti”.

“Il tentativo poi di porre un rimedio attraverso la pezza dell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative – evidenzia poi il consigliere - è ancora peggio.  Su tale questione infatti, si è già espressa l’Aran attraverso alcune note che l’amministrazione, quando gli conviene, interpreta e utilizza per non accogliere le richieste sindacali. Ora, a meno di clamorosi passi indietro della stessa amministrazione, che smentirebbe se stessa, anche questa possibilità ad oggi apparirebbe una promessa irrealizzabile.”

“È evidente - conclude Gentiletti - che se fosse davvero possibile utilizzare i proventi contravvenzionali e ammesso che ciò sia condivisibile, sarebbe comunque opportuno finanziare per intero, magari portandola al massimo dei 10 euro, l’indennità per il servizio esterno, contribuendo così non solo ad aumentare le presenze giornaliere degli agenti, che comunque ad oggi sono già alte nonostante le difficoltà, ma anche a liberare risorse per il salario accessorio di tutti gli altri dipendenti dell’Ente, pari circa a 80mila euro, restituendoli alla produttività generale. Da ultimo, rinnovo l’invito alla politica perché eviti di invadere campi che non gli sono propri ma appartengono alle prerogative costituzionali delle forze sindacali. Tante sono le cose di pertinenza della politica su cui dovremmo tutti concentrarci e impegnarci. Mi riferisco ad una stagione di assunzioni, attraverso concorsi pubblici, per dare una risposta al bisogno di lavoro e sicurezza dei nostri cittadini e soprattutto alla polizia locale a cui oggi viene chiesto sempre maggiore impegno. Alla polizia locale, che pur presenta un organico mai così ridotto nei numeri, mai così anziano nell’età, mai così utilizzato in turni pesanti, vengono chiesti enormi sforzi anche nel fine settimana. Occorre battere un pugno su questo versante invece che intraprendere azioni demagogiche e che non risolvono i veri problemi della città”.

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