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Domenica, 28 Aprile 2024
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Disabile, senza lavoro, con famiglia e debiti: l’ultima speranza per Federico è una casa popolare

Terni, la storia: ex cuoco, ha tre figli di cui uno disabile grave. “Questo mese non sapevo se pagare l’affitto o il dentista per uno dei bambini”. Interviene anche la Fondazione antiusura, l'attesa per il bando per l’emergenza abitativa

Per Federico chiudere i conti del mese è sempre un problema. “Stavolta non sapevo se pagare l’affitto o il dentista per mio figlio”. Ex cuoco, disabile e senza lavoro dal 2016, ha moglie e tre figli, di cui uno disabile grave. Vive in affitto: fanno 500 euro ogni mese. Quel che resta è molto poco. “Io prendo poco più di trecento euro di pensione. Mia moglie, con gli straordinari, riesce ad arrivare ad 800 euro”. Fate voi.

Una boccata d’ossigeno negli ultimi giorni è arrivata dalla Fonazione umbra contro l’usura. “È venuto un funzionario – racconta – ha controllato bene i documenti, visionato i conti”. Nel tempo, Federico e la sua famiglia hanno messo assieme debiti per quasi centomila euro. Una montagna spaventosa che adesso rischia di schiacciarli. Tanto è vero che la Fondazione ha riconosciuto l’antiusura e il carovita e deliberato di versare qualche soldo. Non pochi in realtà: serviranno a pagare il dentista, la mensa scolastica arretrata – per cui il Comune di Terni aveva attivato il recupero crediti – le spese condominiali, sempre rimaste indietro, alcune bollette, un mese di affitto. “Un aiuto importante, ma si tratta di una toppa”. Temporanea. Perché in realtà, il “balsamo” che davvero farebbe bene alla ferita di questa famiglia è una casa popolare.

“Abbiamo chiesto e ricevuto sostegno”, racconta Federico, citando il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, l’assessore regionale Enrico Melasecche, e poi l’assessore ternano Viviana Altamura o ancora il vicesindaco Riccardo Corridore. Ma quello che davvero potrebbe sbloccare la situazione è l’assegnazione di un alloggio popolare.

Nonostante i bandi a cui ha partecipato, fino ad ora questo scatto in graduatoria non c’è stato. L’ultima spiaggia è ora il bando per l’emergenza abitativa che scadrà nei prossimi giorni. Ci sono in ballo circa 28 alloggi da assegnare a quelle famiglie che si trovano in uno stato di emergenza abitativa. E, anche se mettere nella stessa fra le parole “bando” ed “emergenza” sembra una contraddizione assurda, il 10 settembre potrebbe arrivare una buona notizia. Ma anche no. Perché magari i criteri di selezione non corrisponderanno alla effettiva situazione della famiglia di Federico oppure perché tra gli alloggi disponibili, potrebbe non essercene nessuno adeguato alle necessità di questo nucleo famigliare.

Sarebbe un colpo durissimo, in grado di minare in maniera ancora più profonda la condizione di questa famiglia. Alla quale, eventualmente, non resterebbe altro da fare che “sperare” nel nuovo bando per le case popolari che potrebbe arrivare. In ballo ci sono fra i quattro e i cinquecento appartamenti in tutta l’Umbria: ma fra predisposizione del bando, valutazione delle commissioni, eventuali ricorsi e assegnazioni effettive degli appartamenti, potrebbe passare anche fino ad un anno. Troppo. Soprattutto per chi ogni mese è costretto a decidere tra fare la spesa o pagare l’affitto.

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