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Un ternano su quattro è over 65, a picco i nuovi nati: così la città dell’acciaio arrugginisce sempre di più

I dati demografici di Terni: ogni cento residenti potenzialmente attivi nel mondo del lavoro, ce ne sono 71 appartenenti alle classi “non forze di lavoro”. Il sindaco Latini: emergenze importanti e drammatiche

Terni è una città sempre più vecchia. Gli over 65 rappresentano oltre il 26% della popolazione residente e sono più del doppio rispetto ai bambini sotto i 15 anni. E cresce ancora più velocemente anche la quota di grandi anziani, ovvero di quelli che hanno 75 anni e più (14,3% della popolazione totale), aumentati di oltre duemila unità nell’arco di 10 anni. Al contrario, si contraggono le altre classi d’età: soltanto l’11,7% dei residenti ha meno di 15 anni e il 62% della popolazione ternana ha un’età compresa tra 15 e 64 anni. Ma il campanello d’allarme suona in maniera evidente se si stringe la lente sui nuovi nati.

Dice infatti il servizio statistico di Palazzo Spada che “nel corso del 2018 si è registrato un nuovo record negativo di nascite: sono stati 687 i nati nell’anno (di cui più del 20% straniero), 20 in meno dell’anno precedente”. La popolazione residente ammonta a 110.749 unità, 440 in meno rispetto ad un anno fa. Nel 2018 si è registrato un nuovo record negativo delle nascite, mentre il numero dei decessi è diminuito. Cresce la componente straniera della popolazione che rappresenta il 12,2% del totale. L’età media dei ternani, costantemente in crescita è di 47 anni e mezzo.

“In questo nuovo rapporto sulla demografia – commenta il sindaco di Terni, Leonardo Latini - sono descritte, nella crudezza dai dati, le emergenze più importanti e per certi versi drammatiche, delle quali siamo ben consapevoli e con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno come amministratori della città. Dati che, purtroppo, si aggiungono a quelli altrettanto drammatici sulla disoccupazione giovanile”.

“È chiaro a tutti che si tratta di tendenze che si sono messe in moto da tempo. Per arrestarle - continua il sindaco - non serve la bacchetta magica, quanto piuttosto una visione di lungo periodo. In primo luogo, come abbiamo più volte sottolineato nei nostri documenti di programmazione, è necessario immaginare un nuovo modello di sviluppo per la città che si affianchi e non necessariamente sostituisca quello precedente, ma che possa fornire occasioni di lavoro ai giovani, consentendo loro di restare qui e di creare una famiglia: per questo senza negare la tradizionale vocazione manifatturiera dei nostri territori e l’enorme esperienza accumulata in questi settori che vanno difesi con tutte le nostre forze, abbiamo iniziato a lavorare per una città più attrattiva con la realizzazione graduale di nuove infrastrutture nei settori del turismo, dello sport, della ricerca e dell’innovazione, particolarmente adatti a possibilità di occupazione per i giovani. Allo stesso tempo dobbiamo orientare le nostre politiche del welfare basandoci sui dati demografici che ci parlano di una città più anziana rispetto alla media nazionale, con famiglie sempre più ristrette, con sempre meno nascite e con una presenza di stranieri molto più elevata rispetto alla media nazionale. Dovremo perciò sviluppare e stimolare politiche di comunità, affinché la gente, gli anziani delle tante famiglie mononucleari si sentano meno soli. La città, i suoi servizi sociali e la comunità cittadina, dovranno sempre di più sostenere le famiglie giovani di nuova formazione e i cittadini più fragili della nostra comunità, attraverso politiche mirate”.

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