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Terni, teatro Verdi: “Dibattito superfluo. Rischiamo di soffermarci troppo sul contenitore dimenticando il contenuto”

Intervento di Michele Rossi di Terni Civica: “I beni culturali sono certamente una risorsa di cui questa nostra città è ricca”

“In questi giorni abbiamo assistito al riaccendersi del dibattito intorno al Teatro Verdi a seguito della presenza in città del sottosegretario alla Cultura onorevole Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte si è concesso un percorso tra le chiese cittadine in compagnia del sindaco, sottolineando qualcosa che il sottoscritto sostiene da anni, Terni ha molte testimonianze di storia e arte, spesso sconosciute anche ai ternani che meritano di essere preservate e valorizzate. Di certo l’onorevole non ha perso occasione per ribadire la sua contrarietà al progetto di recupero del teatro che secondo la sua opinione dovrebbe fare memoria dell’opera dell’architetto Luigi Poletti. Questo significherebbe rimettere in discussione per l’ennesima volta il percorso fin qui fatto e la stessa sostenibilità finanziaria dell’intervento.

Ritengo questo dibattito ormai superfluo e oltre tempo massimo, rischiamo di soffermarci troppo sul contenitore, dimenticando il contenuto. Il teatro per sua natura è una macchina per fare spettacolo, per produrre e fruire cultura, quindi è fondamentale che torni quanto prima nella disponibilità della città ma soprattutto che sia efficiente e funzionale. Lo stesso teatro del Poletti, realizzato negli anni ’50 dell’Ottocento, rappresentava per il tempo un progetto innovativo, guardava al futuro anche nella capienza, notevole per le dimensioni della città al tempo. Questo però non ha evitato che il teatro fosse più volte rinnovato, per adeguarlo alle nuove esigenze, essendo tra i primi teatri in Italia a essere dotato di luce elettrica, quindi modificando in parte il progetto ottocentesco. La guerra, con i bombardamenti, ha portato alla distruzione del teatro e alla sua ricostruzione in forme moderne, adattandolo anche alla proiezione cinematografica.

Tra le varie ipotesi si era fatta strada quella di riproporre la ricostruzione del teatro nella sua forma ottocentesca, ipotesi suggestiva i cui costi e risultati sono stati oggetto di ampio dibattito. Si è scelta la strada di ricostruire un teatro in forme contemporanee, con rimandi alla tradizione del teatro all’italiana, preferendo la funzionalità a una difficile e complessa opera di riproduzione di un manufatto da lungo tempo scomparso. Oggi si torna di nuovo a mettere in discussione questa scelta, ritengo però si sia fuori tempo massimo".

"Il cantiere è ormai avviato e si rischiano ritardi che finirebbero per vanificare i finanziamenti ottenuti, soprattutto a fronte di una attesa ormai decennale per riappropriarsi del teatro. Fare una copia del vecchio e glorioso Verdi costituiva un’ipotesi suggestiva che ho più volte definito corretta in termini di operazione culturale che ho sostenuto e per la quale finché era possibile mi sono battuto. Certo la perdita del teatro antico rappresenta una grande ferita per il patrimonio culturale cittadino ma resta la sfida di salvare e valorizzare quanto sopravvissuto.

Ci sono le antiche mura medievali e romane in stato di degrado e abbandono, si aspetta ancora il completamento del restauro di Palazzo Carrara, come si dovrebbe spingere per il recupero del chiostro di San Pietro. I beni culturali sono certamente una risorsa di cui questa nostra città è ricca, anche se le perdite sono state enormi e le disattenzioni decennali, a Terni c’è bisogno di cultura, di farla e di viverla. Sono fondamentali i contenitori ma sono imprescindibili i contenuti, che facciano vivere e apprezzare questi luoghi”

Di Michele Rossi Terni Civica

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