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Terni: “Residenti di Borgo Bovio e Borgo Rivo meno incentivati ad utilizzare i mezzi pubblici togliendo il collegamento diretto con il centro”

Intervento di Gianluca Fratoni: “L’utilizzo di mezzi piccoli e meno inquinanti è certamente valido nei centri storici di grandi dimensioni e di notevole pregio urbanistico, caratteristiche che non mi sembra siano possedute da quello di Terni”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Gianluca Fratoni che ha voluto dare un proprio contributo, al dibattito innescato sul trasporto pubblico locale ed i contestuali scenari che potrebbero configurarsi.

“Negli ultimi giorni è stato dato molto risalto dagli organi di informazione locali alla adozione da parte della Giunta Comunale di Terni della deliberazione n. 64 del 7 marzo di approvazione dello schema del piano di esercizio del trasporto pubblico urbano di Terni a fini dell’avvio, da parte della Agenzia Regionale per la Mobilità, della gara unica regionale per il nuovo affidamento del servizio.

Tale schema riprende i contenuti del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune di Terni, adottato alcuni anni or sono, dando quindi attuazione alla ristrutturazione del servizio di trasporto urbano nel capoluogo previsto da quel piano che, a mio modesto avviso, disegna una nuova rete dei servizi forse buona dal punto di vista teorico-trasportistico, ma che non tiene conto delle esigenze dei clienti (vecchi e potenzialmente nuovi) ai quali deve essere offerto un sistema di trasporto pubblico che sia in grado di competere effettivamente con il trasporto privato.

Prevedere che i residenti di tutta l’area di Borgo Rivo-Campitello-Campomaggiore-Gabelletta e di quella lungo via Romagna-via Tre Venezie perdano il collegamento diretto con il centro città, l’area di corso del Popolo e l’ospedale, che diventeranno raggiungibili solo previo un cambio di bus alla stazione per essere portati a destinazione da mezzi piccoli (20 posti) che -sebbene più frequenti – saranno inevitabilmente meno comodi significa penalizzare una vasta fetta di popolazione che non sarà certamente invogliata a usare il trasporto pubblico.

Analogamente, la riduzione delle frequenze su diversi itinerari verso le periferie cittadine produrrà analogo risultato, come pure la sostituzione, per diverse destinazioni, del servizio tradizionale con quello a chiamata. E’ vero che il centro città non sarà più “disturbato” dal passaggio degli attuali autobus da 12 metri, ma a questo si poteva porre rimedio rivedendo la folle scelta fatta negli anni novanta di pedonalizzare il centro storico senza prevedere due itinerari (Sud-Nord e Nord-Sud) opportunamente attrezzati per il TPL. L’utilizzo di mezzi piccoli e meno inquinanti è certamente valido nei centri storici di grandi dimensioni e di notevole pregio urbanistico, caratteristiche che non mi sembra siano possedute da quello di Terni.

Quanto all’aspetto economico è certamente vero che il nuovo piano comporterà dei risparmi, ma varrà la pena di conseguirli a fronte di un sicuro peggioramento del servizio? Ricordo infine che negli anni passati sono stati adottati dalle varie giunte – di diverso colore – che si sono succedute provvedimenti penalizzanti per il TPL quali – oltre alla già citata pedonalizzazione del centro -la soppressione di molte corsie preferenziali (viale Battisti, via del Rivo, via XX Settembre) per ricavare posti auto per la sosta. Sarebbe stato bello adesso vedere qualche inversione di tendenza, ma sembra che si dovrà attendere ancora”.

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