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Cronaca

Pugno in faccia a un’infermiera che cade e sbatte la testa: ancora violenza nel carcere di Terni

La denuncia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: “Siamo in emergenza ormai ogni giorno e prevediamo un’estate di fuoco se non verranno presi provvedimenti”

“Quanto può resistere ancora il personale della casa circondariale di Terni, in emergenza ormai ogni giorno? E quando si decideranno i nostri uffici ministeriali a prendere provvedimenti?”.

Se lo chiede Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria, raccontando gli ultimi due episodi di violenza avvenuti nel carcere di vocabolo Sabbione.

Il primo episodio si è verificato qualche giorno fa quando un detenuto italiano “per futili motivi, ha tenta di colpire un poliziotto in servizio nella sezione con un pugno in faccia, minacciandolo anche di morte”.

Il fatto più grave si è verificato invece nella serata di ieri, 29 maggio. “Un detenuto marocchino da poco trasferito a Terni dalla Toscana, che sta scontando una condanna per reati di droga – ricostruisce Bonino - durante la distribuzione della terapia ha sferrato un pugno all’infermiera colpendola ad uno zigomo con talmente tanta violenza da scaraventarla a terra e farle sbattere violentemente la testa a terra. Intervenuto il 118 e trasportata d'urgenza in ospedale, al momento è al pronto soccorso”.

“La situazione al carcere di Terni è allarmante – rileva ancora il segretario umbro del Sappe - anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all’ordine del giorno. Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di polizia penitenziaria in Umbria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”.

“La situazione è sempre più critica - dichiara Donato Capece, segretario generale del sindacato - a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato".

Per il leader del Sappe, “quanto accaduto nel carcere Sabbione di Terni dovrebbe far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria e dei nuclei traduzioni e piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

Sul caso dell’infermiera aggredita in carcere a Terni interviene anche il segretario territoriale NurSind Terni, Paolo Scaramuccia, denunciando “la mancanza di interventi tempestivi da parte della direzione Asl Umbria 2”. Il sindacato delle professioni infermieristiche esprime “profonda indignazione e preoccupazione per la grave aggressione subita da un’infermiera presso la casa circondariale di Terni da parte di un detenuto. Questo ennesimo e inaccettabile atto di violenza richiede interventi immediati e determinati. L’infermiera, impegnata nel suo servizio di assistenza sanitaria ai detenuti durante la distribuzione della terapia, è stata oggetto di un’aggressione fisica da parte di un detenuto. L’aggressione subita è stata talmente violenta che la collega è stata costretta a ricorrere alle cure mediche presso il pronto soccorso dell’azienda ospedaliera a causa delle lesioni riportate. Episodio drammatico e preoccupante che dimostra chiaramente le condizioni di insicurezza in cui il personale infermieristico opera quotidianamente. Tale aggressione rappresenta solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza che hanno coinvolto il personale sanitario presso la casa circondariale di Terni. È evidente che la carenza di personale e le condizioni lavorative stressanti stanno mettendo a rischio la sicurezza e il benessere degli infermieri, oltre a compromettere la qualità dell'assistenza sanitaria fornita”.

“NurSind – sottolinea Scaramuccia - ha più volte sollevato l’allarme riguardo i carichi di lavoro insostenibili e le carenze di organico che il personale infermieristico deve affrontare quotidianamente. Presso la casa circondariale di Terni, dove sono ristretti più di 500 detenuti, lavorano appena 14 infermieri, con tre unità su ogni turno e una sola unità notturna. Questi numeri impietosi non sono più accettabili. È assolutamente necessario che la direzione della Asl Umbria 2 intervenga immediatamente per garantire la sicurezza del personale infermieristico e per migliorare le condizioni di lavoro all’interno della casa circondariale di Terni. Abbiamo richiesto più volte un incontro urgente con la direzione per discutere di possibili soluzioni atte a migliorare le condizioni lavorative, ma finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.

NurSind denuncia dunque “la mancanza di interventi tempestivi e di ascolto da parte della direzione della Asl Umbria 2. L’aggressione subita dall’infermiera è un segnale di allarme che richiede azioni concrete per garantire la sicurezza e la protezione del personale infermieristico. Chiediamo che vengano adottate misure immediate, tra cui un aumento del personale infermieristico e l’implementazione di protocolli di sicurezza più rigorosi, nonché una formazione specifica, al fine di prevenire e contrastare gli attacchi violenti all'interno delle strutture carcerarie. Ribadiamo che la sicurezza dei professionisti sanitari e la qualità dell'assistenza fornita ai detenuti sono questioni di primaria importanza”.

“La direzione della Asl Umbria 2 – conclude Scaramuccia - deve assumere la responsabilità di affrontare questi problemi urgenti e di garantire un ambiente di lavoro sicuro per gli infermieri. L’aggressione è un triste esempio delle conseguenze di un’organizzazione inadeguata e della mancanza di risposte tempestive alle richieste del personale infermieristico. Il NurSind continuerà a vigilare e a fare pressione affinché vengano garantite le condizioni di lavoro dignitose e sicure per gli infermieri, nonché un'assistenza sanitaria adeguata per i detenuti. Solo attraverso l’azione collettiva e l’attenzione alle problematiche del personale sanitario si potranno ottenere i cambiamenti necessari per tutelare la sicurezza di tutti coloro che operano nelle strutture carcerarie”.

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