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Economia

Umbria distribuzione gas, a Terni si apre un’altra partita per le nomine e un giro d’affari che vale milioni

Approvato il bilancio, ora si attende la convocazione dell’assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione dell’azienda partecipata da Italgas e Acea. Il “nodo” Atem e la gara per la gestione del servizio

Potrebbe sembrare una partita scacchi che incrocia politica e imprenditoria e quindi riservata a pochi. In realtà, gli interessi che ruotano attorno a Umbria distribuzione gas sono sì politici e imprenditoriali. Ma c’è anche qualcosa di più.

La linea di partenza è quella che verrà disegnata al momento della convocazione dell’assemblea dei soci per il rinnovo del consiglio di amministrazione dell’azienda che – costituita da Italgas spa, Acea e Asm Terni e quindi, indirettamente, anche da Palazzo Spada - gestisce dal primo agosto 2007 la distribuzione di circa 60 milioni di metri cubi di gas nella città di Terni con 50mila contatori attivi. L'affidamento aveva una validità di 12 anni e dunque è scaduto il 31 luglio 2019. Da allora, Udg continua il servizio in regime di prorogatio. E questo ha già innescato il primo problema. Che non entra direttamente nella questione del rinnovo del cda in scadenza dopo l’approvazione dell’ultimo bilancio e che, ad oggi, vede una governance così composta: alla presidenza c’è Stefano Tirinzi, dirigente di lungo corso di Asm Terni. Amministratore delegato è Bruno Burigana - già con ruoli di rilievo in Snam e Eni e anche in Toscana Energia - mentre i consiglieri sono Natalia Bartomeoli, Annalisa Giulitto, Nunziangelo Ferrulli e Riccardo Zinno. Ora, il nuovo cda dovrà riprendere il filo di una delle questioni sorte tra Udg e Comune di Terni o – per meglio dire – Terni Reti.

Il contratto di servizio prevedeva infatti che Udg versasse a Terni reti “un corrispettivo annuo (…) stabilito nella percentuale fissa e invariabile del 66,13% del vincolo dei ricavi di distribuzione (…) stimato all’atto dell’aggiudicazione della gara a 3.047.191,04 euro oltre IVA”. Quindi, Terni Reti – ossia Palazzo Spada – avrebbe dovuto incassare da Udg ogni anno circa 3 milioni di euro. Il meccanismo si è però inceppato. “A seguito della scadenza del termine finale del contratto di servizio (31/07/2019), la società Udg” si è “limitata a versare solo l’importo fatturato per il periodo agosto 2019 – gennaio 2020 (II semestre dell’annualità 2019), pari a euro 1.807.121,67 + IVA, con la specifica che lo stesso è stato corrisposto solo a titolo di anticipo su corrispettivo da ridefinire a seguito della scadenza della concessione e delle mutate condizioni del contesto economico”. Successivamente, l’importo che “sulla base dell’attuale assetto proprietario delle reti di distribuzione gas a servizio del Comune di Terni”, Udg si è resa “disponibile a riconoscere a titolo di canone omnicomprensivo per l’annualità 2019/20 è pari ad euro 341.361 (…) il cui valore è inferiore di oltre il 90% rispetto a quello atteso da Terni reti in virtù del contratto di servizio in proroga”.

Insomma, ne è nato un contenzioso. Il Documento unico di programmazione della giunta Bandecchi, a proposito, dice questo: “La medesima Terni Reti, dopo aver intimato il pagamento del corrispettivo dovuto, ha ottenuto un decreto ingiuntivo dal tribunale di Terni per 4.263.337,42 euro notificato a Udg spa in data 21 settembre 2021. Quest’ultima, a sua volta, ha agito in opposizione al predetto decreto ingiuntivo e il contenzioso è ancora oggi pendente presso il tribunale di Terni. Il Comune di Terni, dal canto suo, si è attivato mediante la direzione attività finanziarie non appena ha avuto compiuta contezza della vicenda, da un lato esercitando le prerogative incluse nel controllo analogo vantato su Terni Reti, dall’altro tentando l’escussione della fidejussione che Udg aveva sottoscritto e prodotto contestualmente alla stipula del contratto di servizio (…). La decisione di procedere all’escussione della garanzia è stata contestata da Udg, la quale ha agito giudizialmente per tutelare le proprie ragioni e inibire alla banca il pagamento richiesto mediante un ricorso cautelare (...). Detto ricorso è stato rigettato dal tribunale di Terni sia in sede monocratica che in sede di reclamo cautelare. Alla luce dell’esito del giudizio, la polizza fidejussoria è stata liquidata per l’importo richiesto di 2,5 milioni di euro (…). La somma è stata poi girata dall’ente a favore di Terni Reti, in quanto soggetto proprietario della rete del gas e delegato a riscuotere il canone di concessione direttamente pregiudicato dall’inadempimento del gestore Udg”.

Quanto incassato è però piuttosto distante dalla somma che Udg avrebbe dovuto versare per l’utilizzo della rete: nei conti che hanno accompagnato un tentativo di “scalata” da parte di Umbria distribuzione gas rispetto all’infrastruttura del gas, si può leggere una differenza che è prossima – per difetto – a 11 milioni di euro.

Bene, ma tra le partite da chiudere ce n’è un’altra. Che nasce, più o meno, nello stesso periodo. Al suo insediamento, la giunta guidata da Leonardo Latini aveva anticipato la volontà di rendere operativa la costituzione dei cosiddetti Atem, ossia gli ambiti territoriali che avrebbero dovuto affidare il servizio di distribuzione del gas. Ossia un bacino provinciale di 33 comuni per circa 90mila utenze. L’Atem ternano sconfina nella provincia di Viterbo poiché comprende anche il comune di Bomarzo. Complessivamente, copre una superficie di circa duemila chilometri quadrati e una popolazione prossima a 235mila persone. La rete di distribuzione supera i mille chilometri e oltre 102 milioni di metri cubi di gas distribuito. Ad oggi, il prezzo medio di un metro cubo di gas metano si aggira attorno agli 0,30 euro che per gli oltre 102 milioni di metri cubi distribuiti mediamente in un anno nel territorio coperto dall’Atem ternano, restituiscono un business importante dentro un servizio di affidamento che – come detto – è in regime di prorogatio già da cinque anni.

Ecco perché il rinnovo del consiglio di amministrazione di Umbria distribuzione gas è questione di pesi ed equilibri della politica. Ma anche di affari. Importanti, per le aziende e per i cittadini.

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