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Dal brodo primordiale al post umano: al Caos prende vita "Iconoplast"

Sabato l'evento del programma "Inside the Caos", visitabile fino al 24 aprile: "Progetto nato anche con la partecipazione delle aziende del territorio"

Sabato 12 marzo alle 18 al Museo Caos – Centro Arti Opificio Siri, debutta Iconoplast: terza mostra dell’ormai già celebre rassegna artistica Inside the Caos. La mostra, visitabile fino al 24 aprile, è stata preceduta da un periodo di residenza al Caos, durante il quale le artiste hanno potuto attuare proficue collaborazioni con alcune aziende del territorio - Bazzica, Enycs, Faroplast, Lucy Plast, Beaulieu Fibres International Terni - e con l’HackLab del museo per la produzione delle opere e del piano espositivo. Partner fondamentale del progetto anche LaRomita School of Art di Terni.

Dalla dimensione cellulare e informe, poi, le creature di Iconoplast emergono dal loro caldo ‘brodo primordiale’ per occupare il pianeta in un inarrestabile slancio vitale. Sono le sculture di Elisa Muliere, che nella sua personale narrazione schizza avanti in un tempo ancora più lontano, verso un nuovo stadio evolutivo. I suoi sono esseri sinuosi, colorati. Nella loro piacevolezza avvicinano, invitano all’incontro tattile con la loro pelle-pellicola sintetica. Riproducendosi incessantemente, compongono una cosmogonia tentacolare e rizomatica, gioiosa e libera.

Iconoplast è il racconto di un mondo e di un tempo altro, una speculazione sul futuro del materiale più iconico del nostro tempo: la plastica. Le artiste si inoltrano nell’immaginazione di uno scenario post-umano in cui la contaminazione e la mescolanza tra organico e artificiale sono i principi generativi di una nuova specie che si compone e si nutre di scarti di plastica, non più materia inerte, oggetto di scena dell’attività umana, ma presupposto creativo di nuova vita. Sara Bonaventura ne narra la genesi in un video che oscilla tra il documentario scientifico e il racconto mitico, archetipico, dell’evoluzione della vita sulla Terra a partire da una visione microscopica. Nello stadio germinale di questa nuova era, infatti, i batteri hanno riconvertito le microplastiche presenti nelle acque del pianeta in petrolio, per poi crescere, proliferare e svilupparsi in simbiosi con questo in organismi sintetici.

All’interno della Sala Ronchini, smaterializzazioni video, elementi scultorei e assemblaggi realizzati con plastiche di recupero, di scarto domestico o industriale compongono un ambiente sensuale, mutevole e pulsante, in pieno fermento vitale. Un habitat ancestrale e futuristico insieme che invita all’immersione, alla partecipazione empatica. Sotto la sua apparenza giocosa, questo microcosmo nasconde un destino drammatico per l’uomo, ma al tempo stesso si rivela terreno fertile per altre nuove, inaspettate specie che proliferano in una celebrazione continua della vita.

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