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Ascensore alla cascata delle Marmore, Melasecche “punge” il sindaco Latini: “Occorre un colpo di reni”

L’assessore regionale sul progetto “Water Way”: “Dopo quasi tre anni da quando ho lasciato quel piano in Comune, credo sia indispensabile partire senza indugi”

Di governo, ma anche di lotta. Enrico Melasecche, assessore regionale ai lavori pubblici, torna a “pungere” il sindaco di Terni, Leonardo Latini. Stavolta, l’atto d’accusa parte dal progetto “Water Way”, ossia il piano per realizzare un ascensore che consenta di risalire la cascata delle Marmore, ma non solo.

Come è ormai stile acquisito nei suoi post, Melasecche sfoglia le pagine della storia non troppo recente della città dell’acciaio, partendo dalla sua esperienza amministrativa al fianco dell’allora sindaco Gianfranco Ciaurro. L’ascensore per la casca è un “progetto di 25 anni fa, voluto dal sottoscritto che da vicesindaco realizzava il progetto del parco naturalistico chiuso e a pagamento e sollecitò la Regione che stava consolidando le pendici rocciose della cascata a realizzare il progetto tecnico fortemente innovativo dell’impresa Citarei, leader all’epoca in Umbria del settore ascensori. Purtroppo – ricostruisce Melasecche - terminarono i finanziamenti per cui non se ne fece più nulla, nonostante l’ascensore fosse autorizzato dalla Soprintendente di allora”.

E veniamo a tempi più recenti: “Quattro anni fa – scrive ancora l’assessore regionale - l’imprenditore architetto Giunio Marcangeli venne da me a palazzo Spada e mi propose di riprendere quel progetto il cui preliminare lui aveva commissionato all’architetto Miro Virili, grande conoscitore della storia e dell’architettura di quei luoghi. Ne fui entusiasta e sollecitai con energia il progetto Water Way che prevedeva per i turisti il percorso dell’acqua, con la risalita in ascensore per poi scendere da Campacci nell’approdo e con i battelli elettrici risalire il canale Drizzagno per poi entrare nel Lago di Piediluco per farne il periplo. Un percorso affascinante che valorizzerebbe ulteriormente cascata e Piediluco in un unico contesto naturalistico che farebbe tornare anche milioni e milioni di turisti che hanno già visitato quei luoghi. Non solo, il parco avventura da realizzare sul Nera con una zip line che farebbe sfrecciare i più ardimentosi sarebbe una ulteriore attrazione di grande effetto”.

Esaurita la parte tecnica, si passa a quella politica. “Per certe sfide occorrono attori con una visione prospettica non comune e molto coraggio”, sollecita Melasecche che si dice anche “moderatamente ottimista”, ringraziando la Fondazione Carit “per essersi resa disponibile ad assegnare la progettazione esecutiva e finanziare l’opera con un ascensore inox e cristallo ‘a geometria variabile’ della Leitner”.

Il fatto è però che “dopo quasi 3 anni da quando ho lasciato quel progetto in Comune, credo indispensabile partire senza indugi. Occorre assegnare il progetto esecutivo e soprattutto firmare la convenzione fra Comune, Fondazione e Regione per procedere velocemente verso la realizzazione. Solo pensare alle migliaia di auto e navette in meno per salire ai Campacci, abbattendo inquinamento e traffico veicolare, basterebbe a convincere chiunque della bontà della scelta”.

Per questo, Melasecche invita “il sindaco a chiarire volontà, tempi e percorso con cui intende accogliere la generosissima offerta della Fondazione. Il mio assessorato in Regione, in particolare il servizio opere pubbliche, che ha appena concluso positivamente i lavori al centro D’Aloja a Piediluco, è disponibile a portare a compimento quest’opera che potremmo terminare entro i tre anni di mandato regionale che rimangono”.

Ma per farlo, “occorre un colpo di reni”. Anche perché alla fine del mandato del sindaco Latini di anni ne mancano un po’ meno.

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