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Coronavirus, crisi e ripartenza: “Un nuovo patto condiviso tra tutte le realtà sociali ed economiche presenti a Terni”

L’atto di indirizzo dell’opposizione rivolto al sindaco Latini e giunta: “Programmare interventi mirati e azioni politiche condivise”

Un atto di indirizzo univoco, presentato nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale. I gruppi consiliari di Senso Civico, Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Terni Immagina si sono rivolti a giunta e sindaco impegnandoli a convocare una conferenza cittadina, volta a sottoscrivere un nuovo patto sociale con tutte le realtà territoriali. Lo scopo è quello di consentire alla città di ripartire, capitalizzando al meglio le opportunità presenti al momento. I consiglieri evocano l’area di crisi di complessa, accordo di programma in scadenza, tema al centro della terza commissione consiliare di martedì 16 marzo. Inoltre i progetti presentati all’interno del Piano nazionale di resistenza e resilienza - per cambiare il volto dalla città - annunciati lo scorso 11 marzo dall’amministrazione.

Secondo i consiglieri, nell’incipit dell’atto si legge: “La crisi finanziaria e quella economica hanno evidenziato la necessità di superare i confini urbani e affrontare le criticità in un’area più vasta, poiché il sistema economico ha bisogno di contenitori non chiusi. L’approvazione delle norme sull’area di crisi complessa aveva definito un percorso che interessava 17 comuni, uniti da interessi solidali e che si erano sviluppati in un percorso industriale comune e condiviso. In ragione di ciò erano state previste norme finalizzate al sostegno delle industrie esistenti e alla nascita di nuove realtà economiche”.

Ed ancora: “Il tema del lavoro, nell’ottica comunitaria, è essenziale come parimenti fondamentale è il coinvolgimento e la partecipazione delle forze sociali nell’individuazione ed elaborazioni di un piano economico e sociale condiviso, volto ad una qualificazione dell'agricoltura, all’espansione e organizzazione dell'offerta turistica e alla messa in collegamento dell'industria con ricerca e università, attraverso un censimento dell’economia della conoscenza. La pandemia ha certamente aggravato la situazione di crisi economica e finanziaria ma ha offerto strumenti che aprono opportunità inedite, come il Recovery Plan”.

Sui progetti presentati: “In questo panorama l’amministrazione comunale è apparsa assente e succube di Perugia, incapace di dare voce concreta ed essere protagonista nella gestione dei fondi nazionali ed europei per il rilancio del territorio.  Appare più che mai necessario che la città esca dalla marginalità nella quale si trova e farlo attraverso un percorso condiviso e partecipato. I 23 progetti presentati, infatti, non sono stati concertati e sugli stessi non è stato svolto alcun dialogo con le realtà maggiormente rappresentative.

L’occasione deve essere utilizzata per il perseguimento di un obiettivo di transizione ecologica che punti sulla decarbonizzazione dell’economia, sia chimica che siderurgica, e la riorganizzazione della viabilità urbana. In tale ottica un ruolo primario lo riveste la piattaforma logistica che può contribuire notevolmente alla decongestione del traffico veicolare nell’intera area vasta”.

Le possibili soluzioni: “Il potenziamento dei servizi territoriali e gli investimenti sulla sanità pubblica sono, inoltre, obiettivi essenziali e fondamenti per fronteggiare la pandemia e le conseguenze di disagio sociale e violenza. A tal proposito la risposta non perviene soltanto attraverso l’impiego di forze di polizia ma nell’investimento sul sapere, sulla cultura, sulla ricerca e sull’innovazione, tutti fenomeni che alleggeriscono i conflitti e disinnescano le dinamiche che generano”. Pertanto i consiglieri, all’interno del documento, si rivolgono a sindaco e giunta impegnandoli: “A convocare e consultare tutte le forze sociali, le organizzazioni di categoria, sindacali ed economiche della città, nonché tutte le realtà associative del territorio e le rappresentanze istituzionali dell’area urbana dell’Umbria meridionale, per l’elaborazione di un nuovo patto cittadino e la programmazione di interventi mirati e azioni politiche condivise”. Una conferenza volta a sottoscrivere un nuovo patto sociale.

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