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“Questa consiliatura è stata il sacco di Terni. Il Governo ha tutti i numeri per andare avanti senza di noi”

L’INTERVISTA | Il voto a Narni, le amministrative 2023 a Terni e la situazione politica nazionale, parla Thomas De Luca, coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle: “È da gente come Andrea Liberati che dobbiamo ripartire”

Il Movimento 5 Stelle in Umbria riparte da Thomas De Luca. Nominato di recente coordinatore regionale del partito, chiama a raccolta i suoi parlando di “merito” e mettendo alla porta il “fideismo politico”. Confermando le scelte di Giuseppe Conte a livello nazionale, parla delle recenti elezioni a Narni e del voto 2023 a Terni. Lanciando Andrea Liberati. L’intervista.

Cominciamo dalle elezioni amministrative. Le stelle del Movimento non hanno brillato in modo particolare, anzi… Anche se a Narni, grazie alla vittoria del centrosinistra, il risultato è stato almeno dignitoso. Cosa sta succedendo?

“Il risultato di Narni è stato tra i risultati più alti del M5S in questa tornata di amministrative nell’intera penisola. Non solo il Movimento ha retto a Narni, ma ha contribuito alla vittoria della coalizione in maniera molto più determinante della percentuale elettorale ottenuta. In molti fanno finta di non capire, ma se il calcolo fosse stato quello utilitaristico saremmo andati da soli ottenendo maggiori consensi. Si è scelto invece di sostenere un progetto politico. Il risultato personale di Luca Tramini è stato entusiasmante, segno di un importante riconoscimento per il lavoro svolto.

Oggi per lui e per il gruppo di Narni si apre una nuova stagione, una prova di maturità estremamente importante e difficile con cui dovranno misurarsi. Assolutamente da non sottovalutare”.

Lei ritiene che l’uscita di Di Maio possa rimpolpare i consensi? E per raggiungere questo obiettivo bisogna far cadere il Governo e correre alle elezioni?

“Purtroppo riesco ancora a provare sgomento davanti al tradimento. Serve tanto pelo sullo stomaco per rinnegare ogni principio ed idea, sputare sull’organizzazione politica che ti ha portato dove nessuno avrebbe mai immaginato potessi arrivare. Anche questo fa parte della natura umana. La nota positiva è che in Umbria dal 2019 ad oggi ci siamo liberati di tanti elementi divisivi che seguivano logiche individualistiche e distruttive.
Non siamo noi ad esserci messi fuori dalla compagine governativa, ma siamo stati spinti fuori con le mani e con i piedi. Citando Bersani non si può dire ‘M5S indispensabile’ e mettergli le dita negli occhi. Il Governo ha tutti i numeri per andare avanti sia alla Camera che al Senato senza di noi, forse a diversi è sfuggito il dettaglio che Draghi ha ottenuto la fiducia dal parlamento. Oggi ritengo che sia insostenibile continuare ad avallare passivamente questo esecutivo all’interno di una compagine politica che ha come unico obiettivo dichiarato smantellare tutto ciò che abbiamo realizzato. Hanno voluto mettere la fiducia sull’inceneritore di Roma, stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese stroncando il Superbonus 110% ed attaccano ogni giorno il reddito di cittadinanza. La cosa veramente perversa, però è pretendere di farlo con il nostro contributo a colpi di fiducia, minacciando di far cadere il governo. Ho votato contro l’ingresso nel governo Draghi e al superministro Cingolani, ho accettato la volontà della maggioranza. Ora è arrivato il momento di dire basta”.

È stato da poco nominato coordinatore regionale del Movimento. Com’è lo stato di salute del partito in Umbria?

“Domenica 24 luglio ci vedremo ad Assisi per iniziare questo passaggio epocale di strutturazione territoriale. Per la prima volta dal 2009 sono stati chiamati a partecipare fisicamente tutti gli iscritti. Il Movimento in Umbria non solo gode di ottima salute ma è composto da tante persone valide politicamente e competenti, che hanno saputo farsi le ossa nei territori.  Finché avrò questo ruolo, il criterio sarà quello del merito non quello del fideismo politico. Sono stato molto chiaro con il presidente Conte e con i colleghi delle altre regioni: metterci in condizione di lavorare vuol dire lasciarci la libertà di organizzare al meglio il territorio e valorizzare le migliori energie.

La collocazione definitiva del Movimento è nel centrosinistra oppure mantiene una posizione “fluida” e comunque aperta a tutte le possibili alleanze?

“Il perimetro politico è delineato dai contenuti e dai valori delle cinque stelle: beni comuni, ecologia integrale, giustizia sociale, innovazione tecnologica ed economia eco-sociale di mercato. Non vedo altra collocazione che in uno spazio progressista dove i diritti, l’ambiente e la tutela dei deboli stanno al centro di ogni azione politica. Personalmente sono disponibile confrontarmi e dialogare con tutti, ma non voglio avere nulla a che fare con chi non ha rispetto per la vita umana, con chi promuove la discriminazione, il fascismo e la violenza. Non intendo avere inoltre alcuna vicinanza politica con chi nega il disastro ambientale e climatico che deve essere il primo punto di ogni agenda politica”.

A Terni si vota nel 2023 ma qualcosa già si muove. Il sindaco Latini si è detto disponibile alla ricandidatura anche se il centrodestra non sembra avere accolto coi fuochi d’artificio questo annuncio. Il Movimento ha intenzione di correre da solo oppure si sta lavorando ad un progetto di coalizione?

“Il M5S avendo ottenuto il consenso di un quarto dell’elettorato è la prima forza politica di opposizione ed ha l’onore e l’onere di avviare una discussione politica per un progetto di ricostruzione della città. Stiamo lavorando. Questa consiliatura è stata il sacco di Terni. Hanno spolpato tutto quello che era possibile spolpare, ma faremo di tutto per mandargli di traverso la vergognosa svendita dell’Asm che è il colpo al cuore finale a questo territorio. La cosa peggiore che ha fatto il sindaco Latini è stata quella di aver continuato nell’opera di negazionismo ambientale e sanitario, avallando la narrazione che attribuisce ai caminetti domestici la responsabilità di morti e tumori. A Terni ci si continua ad ammalare ma la colpa è di chi consente tutto questo, lo Stato che dovrebbe far rispettare la legge e invece ha creato una sacca di impunità. L’unica persona che ha avuto il coraggio di dire la verità è stata Andrea Liberati ed è da gente come lui che dobbiamo ripartire. A volte mi sento un predicatore nel deserto, ma i tempi sono maturi per un vero cambiamento in questa città, ne sono convinto”.

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