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“Nuovo teatro Verdi, ci sono troppe cose che non tornano”: scatta l’esposto in procura

Fiorini (Forza centro) invia il dossier ai magistrati di Terni: “Chiarire eventuali conflitti di interesse tra un membro della commissione e i professionisti che si sono aggiudicati l’appalto”

Il restauro del teatro Verdi di Terni finisce in procura. Ad inviare un corposo dossier all’attenzione dei magistrati è il consigliere comunale di Forza centro, Emanuele Fiorini. “Ho scritto alla procura della Repubblica e ad altri organi competenti – spiega il consigliere comunale in una nota - al fine di accertare eventuali profili di irregolarità e/o illiceità nel concorso di progettazione per il restauro del teatro comunale Giuseppe Verdi di Terni e se del caso di intraprendere ogni iniziativa di propria spettanza nei confronti degli autori e/o soggetti a qualunque titolo coinvolti nelle stesse, allegando varia documentazione in mio possesso”.

Già lo scorso mese di novembre, Fiorini aveva manifestato una serie di “perplessità” sul concorso di progettazione del teatro Verdi, bandito dal Comune di Terni, “in particolare in ordine ad un eventuale conflitto di interessi tra un membro della commissione giudicatrice e i vincitori del progetto, chiedendo perciò l’annullamento in autotutela del concorso di progettazione”.

“Le mie perplessità nascevano e nascono dal fatto che, dalla lettura del curriculum della A+M2A, balza agli occhi come, in occasione del WaVe 2015, il workshop di architettura organizzato dall’Università Iuav di Venezia, vi sia stata una collaborazione alla didattica con il professor Francesco Chiellini, lo stesso professore che è stato membro della commissione giudicatrice sul concorso di progettazione vinto, guarda caso, proprio dalla A+M2A”.

“Sempre facendo una ricerca su internet, nel sito Icea - Dipartimento ingegneria civile edile e ambientale dell’Università di Padova, fra i docenti per l’anno 2016 del master Forme dell’abitare contemporaneo figurano, strano ma vero, ancora il professore Francesco Cellini e gli architetti della A+M2A, Marcello Galiotto ed Alessandra Rampazzo”.

Rapporti che sarebbero però in conflitto con i principi di “imparzialità e buon andamento, principi che innervano anche il codice dei contratti pubblici e di cui costituiscono applicazione tutte quelle norme che contengono una disciplina minuziosa della composizione delle commissioni giudicatrici nelle procedure di gara”.

Norme attraverso le quali si cerca “di garantire un giudizio dei commissari terzo, esente da possibili condizionamenti che ne possano compromettere l’imparzialità, con conseguente obbligo in capo ai membri della commissione giudicatrice di dichiarare l’inesistenza di ipotesi di conflitto di interessi e, laddove le stesse sussistono, di non assumere l’incarico”.

“Ma fa capo anche alla stazione appaltante, in questo caso l’amministrazione comunale, verificare l’insussistenza di cause che impediscono la nomina di un soggetto a membro della commissione giudicatrice prima del conferimento dell’incarico. Come si concilia quanto detto con quanto si legge nel curriculum della A+M2A? Il membro della commissione giudicatrice professor Cellini ha dichiarato, prima di assumere l’incarico, l’attività di collaborazione alla didattica con la A+M2A? Ha dichiarato di essere docente insieme agli architetti dello studio associato A+M2A nel master Forme dell’abitare contemporaneo organizzato dall’Università di Padova? Il Comune di Terni ha accertato l’esistenza di un eventuale conflitto di interessi in capo al professore Cellini che impedisce la sua nomina a membro della commissione giudicatrice?”.

“Nella dichiarazione a firma del professore Cellini del 22 giugno 2020 vi è scritto che lo stesso, oltre a non trovarsi in alcuna delle cause di incompatibilità e di astensione, in ipotesi di conflitto di interesse, lo stesso si sarebbe impegnato laddove fosse sopraggiunta una di tali cause, a darne immediata comunicazione alla stazione appaltante, astenendosi da ogni comportamento pregiudizievole. Oltre ad un eventuale conflitto di interesse tra il professor Francesco Cellini e lo studio professionale vincitore del progetto, stante i loro rapporti di collaborazione, vi è anche un’altra situazione che va approfondita”.

“Infatti – aggiunge Fiorini - sembrerebbe che il 22 settembre 2020 alle ore 9 in remoto, durante la seduta di decriptazione degli elaborati che doveva essere pubblica, vi siano stati dei problemi che hanno reso tale operazione non pubblica. Solo successivamente alle ore 11.30 in conferenza stampa tutti i partecipanti sarebbero venuti a conoscenza dei vincitori. Se così fosse, perché non è stata annullata la procedura?”.

Dubbi che hanno dunque spinto Fiorini a chiamare in causa la procura della Repubblica di Terni.   

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