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Martedì, 30 Aprile 2024
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I “segreti” dell’antico Teatro di Palazzo: il progetto per recuperare questo gioiello

Narni, l’archeologo e consigliere comunale Michele Favetta illustra la storia di questo spazio custodito all’interno di Palazzo dei Priori: “L’amministrazione ha avviato il suo recupero”

Un tour guidato all’interno del Palazzo dei Priori. Nello specifico, nell’antico Teatro di Palazzo che presto tornerà a disposizione dei narnesi. A fare da guida il giovane archeologo (e consigliere comunale) Michele Favetta.

Favetta Michele“Salendo fino al terzo piano del palazzo - spiega Favetta - nel cuore di quella che è la macchina amministrativa della nostra città, fra il frenetico via vai dei dipendenti comunali, cittadini in fila per certificati e richieste, fotocopiatrici e computer che lavorano, si accede all’interno di un grande locale rettangolare coperto da capriate in legno. Lasciata alle spalle la confusione, il rumore dei passi risuona nella sala e lo sguardo corre lungo le pareti: qui, tra teli in nylon e polvere, emergono resti di antiche decorazioni. Ci troviamo all’interno dello spazio che per almeno due secoli ha ospitato l’antico Teatro di Palazzo”.

“Costruito probabilmente tra la fine del 1500 e i primi anni del Seicento – spiega Favetta - i successivi interventi gli hanno dato la tipica fisionomia e tipologia di teatro a palchetti. Era destinato, soprattutto all’inizio, ad un pubblico elitario: priori, gonfalonieri e famiglie nobili. Nonostante si abbiano poche informazioni sul tipo di rappresentazioni che venivano messe in scena in questo periodo - continua il giovane archeologo - è certo che le strutture interne come il palcoscenico, i palchi, la platea e i camerini per gli attori, erano tutte in legno. Nel 1777 un grosso incendio provocò ingenti danni tanto da causarne la ricostruzione, che in pochi anni ne restituì l’aspetto originale: ventuno palchi divisi in tre ordini, sette per ogni ordine”.

“Con il passare del tempo, il deterioramento, le dimensioni limitate e soprattutto la rinnovata lirica ottocentesca aperta ai ceti emergenti della borghesia narnese, portano a maturare l’idea di costruire una nuova struttura, più grande e facilmente accessibile. Il 3 maggio del 1856 le note dalla Traviata di Giuseppe Verdi inaugurano il nuovo Teatro Manini, segnando una nuova fase della storia teatrale della città e il progressivo abbandono del teatro di palazzo”.

“Oggi - conclude Favetta - grazie a un intraprendente progetto, l’amministrazione comunale ha avviato il recupero e la valorizzazione del teatro che prevede il restauro degli affreschi ancora esistenti, la riproposizione dei tre ordini di palchi lignei, la sistemazione del foyer, dei camerini e dei bagni. L’intervento oltre all’aspetto conservativo, nel rispetto delle varie fasi storiche, prevede la restituzione funzionale di luogo teatrale attraverso il posizionamento di nuove quinte, celetti e sistemi di video-proiezione. Si tratterà di uno spazio intimo nel cuore del palazzo comunale, che potrà ospitare meno di cinquanta persone, riservato sia a spettacoli teatrali che a concerti musicali. L’idea è quella di renderlo un punto di riferimento per lo studio e la diffusione della musica e del periodo barocco, periodo a cui è per sua natura legato”.

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