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Comune di Terni, modifiche allo statuto: consiglieri delegati e cittadini per definire la programmazione dell’attività amministrativa

La palla passerà al Consiglio comunale dopo la proposta di modifica all’articolo 44 comma tre

Una proposta di modifica allo statuto del Comune di Terni. La giunta comunale ha infatti avviato la procedura per consentire di intervenire sul comma 3 dell’articolo 44, aggiungendo due ulteriori facoltà da ascrivere al primo cittadino.

A tal proposito il Sindaco: “Può affidare ad uno o più consiglieri comunali incarichi per lo studio e l’approfondimento di particolari problematiche legate all’attuazione del programma amministrativo. Può coinvolgere a titolo di partecipazione nonché a titolo gratuito, singoli cittadini nella definizione della programmazione dell’attività dell’amministrazione comunale. Il cittadino che offre la propria partecipazione risponde esclusivamente al Sindaco”. L'approvazione dello statuto così modificato spetta al consiglio comunale. 

Come viene evidenziato, all’interno della proposta: “Nel corso dei mandati amministrativi, anche in forza della soppressione delle circoscrizioni di decentramento, della riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte comunali, è emersa e si è rafforzata l’esigenza, da parte dei sindaci pro-tempore, di coinvolgere singoli consiglieri comunali nello studio di specifiche tematiche e materie, a supporto del primo cittadino e per una più completa ed efficiente attuazione del programma amministrativo, così favorendo e amplificando, nel contempo, lo svolgimento dei compiti di indirizzo e controllo propri dell’Assemblea”.

Altro obiettivo da perseguire è quello di: “Favorire la partecipazione dei cittadini sia in forma singola sia associata, su base volontaria alla vita politico-amministrativa della propria città per far sì che essi possano essere partecipi delle questioni più impellenti e delle principali esigenze della comunità cui appartengono. Inoltre affermare un modello in cui il cittadino non è più e soltanto destinatario passivo dell’azione pubblica ma risorsa portatrice di competenze, capacità, esperienze di cui l’amministrazione pubblica può giovarsi per meglio governare il territorio e la comunità e, quindi, della cui collaborazione avvalersi attraverso l’assegnazione - nel quadro delle generali funzioni di indirizzo e coordinamento – di compiti di collaborazione nei confronti del Sindaco in ordine alle materie e servizi comunali, in un’ottica di public governance”. La palla, come si dice in questi casi, passerà al Consiglio comunale.

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