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Nichel e polveri nell’aria di Prisciano, il “corto circuito” fra Regione Umbria e Governo

Interrogazione dell’onorevole Emma Pavanelli del M5S, la risposta del ministero dell’ambiente: valori obiettivo superati. Ma il progetto della rampa scorie di Ast è da rifare, stato di agitazione dei sindacati

Secondo il ministero dell’ambiente “e, in base ai dati forniti da Arpa Umbria, nel sito di Terni-Prisciano i valori obiettivo di nichel risultano superati con frequenza nel periodo compreso tra il 2015 ed il 2022, mentre quelli di deposizione dei metalli risultano più alti rispetto a quelli misurati in altre stazioni regionali”.

Non serviva, ma questa ulteriore conferma – sottoscritta dal titolare del dicastero Gilberto Pichetto Fratin, mette in allerta sulla situazione della qualità dell’aria nel quartiere a ridosso di Ast. Dove, sempre secondo l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, “tali valori – scrive il ministro nella risposta all’interrogazione presentata da Emma Pavanelli, parlamentare del Movimento 5 Stelle - sono riconducibili alla prossimità del parco scorie dell’acciaieria di Terni, fattore che dal 2020 in poi ha inciso sui livelli delle deposizioni dei metalli nelle altre postazioni presenti in città”.

Ora, allo storico problema delle polveri di Prisciano, sembra ora aggiungersi un corto circuito. Il ministro nella sua risposta fa riferimento al fatto che “nell’aggiornamento al piano regionale (sulla qualità dell’aria, ndr) è previsto uno specifico intervento che mira allo svolgimento dell’intero ciclo di lavorazione delle scorie siderurgiche in ambiente chiuso e confinato, nonché all’installazione di impianti di abbattimento delle emissioni nel rispetto delle migliori tecniche disponibili”.

“Le rassicurazioni fornite dal ministero – rileva Pavanelli - non trovano riscontro nella posizione espressa dalla Regione che il 7 febbraio scorso, in risposta all’interrogazione presentata dal nostro consigliere regionale Thomas De Luca, ha palesato il fallimento del progetto di lavorazione delle scorie in ambiente chiuso e confinato che avrebbe dovuto migliorare la qualità dell’aria in città”.

Pavanelli fa riferimento al question time in cui l’assessore regionale all’ambiente, Roberto Morroni, aveva parlato di “16 test di raffreddamento rapido delle scorie” spiegando che l’esito non era stato “del tutto soddisfacente” e aggiungendo che erano emerse “problematiche importanti relative alla gestione del calore durante il raffreddamento delle scorie all’interno di un edificio chiuso”. “Il 30 agosto 2022 – aveva aggiunto l’assessore - il servizio regionale ha preso atto che il nuovo progetto di rampa scorie non può essere realizzato per problemi di gestione del calore. È stato chiesto alla società di trasmettere i dati della polverosità generata dal nuovo processo di raffreddamento ad aria della scoria. Entro il 30 giugno 2023 dovrà essere trasmesso il progetto definitivo dalla rampa scorie. La società ha trasmesso i dati di polverosità al 31 gennaio 2023. I risultati sono al di sotto delle aspettative, con un andamento variabile ma con un miglioramento solo leggero rispetto al 2022. Il servizio regionale ha richiamato il gestore a valutare la predisposizione di un nuovo progetto per la rampa e ad Arpa di confrontare i dati sulla polverosità interna all’Ast con quelli rilevati dalla centraline esterne”.

Il progetto che sembrava destinato a risolvere il problema, avrebbe insomma fatto emergere più di qualche crepa. “Ho chiesto conto di questa discrasia al governo nazionale – spiega Pavanelli - presentando una nuova interrogazione parlamentare. Il problema è noto da diverso tempo, ma tuttora i ternani continuano a respirare aria inquinata che pregiudica la loro salute mentre la Regione amministrata dalla giunta Tesei di centrodestra è ancora ferma alle sterili dichiarazioni di intenti”.
E che la situazione dell’abbattimento polveri sia tutt’altro che a posto, lo testimonia anche una nota diffusa nei giorni scorsi dai sindacati dopo l’incontro che si è tenuto lo scorso 14 aprile tra le segreterie provinciali di Fim, Fiom, le Rsu e la direzione aziendale della Tapojarvi, per proseguire la discussone sull’organizzazione del lavoro, ambiente, sicurezza e contrattazione integrativa presso il cantiere del sito Ast.

“Come organizzazioni sindacali – si legge in una nota - stiamo rivendicando da tempo i vari problemi di polverosità presso il reparto Metal Recovery e le condizioni di sicurezza come ambiente e carichi di lavoro presso la rampa scorie. Pur apprezzando gli impegni presi e gli investimenti che tuttora sta effettuando la Tapojarvi, come azioni di miglioramento impiantistiche ed operative, l’acquisto di nuovi mezzi e attrezzature degli stessi, come organizzazioni sindacali non possiamo che dichiararci insoddisfatti della situazione attuale e preoccupati per i ritardi della società Ast negli investimenti programmati in merito alla costruzione di nuove piazze per il raffreddamento della scoria, che compromettono la sicurezza dei lavoratori addetti alla movimentazione della scoria stessa”

Le organizzazioni sindacali puntano inoltre il dito sui “carichi di lavoro degli addetti al trasporto paiole (kressisti)” che “con la sperimentazione in atto, chiesta da Ast, stanno lavorando con due Kress anziché tre al limite dei parametri di sicurezza. A nostro avviso, fermo restando la sperimentazione in atto, vanno garantite tutte le condizioni di sicurezza e alle fine della stessa va verificata la fattibilità di quanto sperimentato”.

Per questo, “nell’attesa di proseguire il confronto e risolvere le problematiche in atto, come organizzazioni sindacali, dichiariamo lo stato di agitazione “di tutto il personale della Tapojarvi, riservandoci ulteriori iniziative di mobilitazione”.

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