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Martedì, 30 Aprile 2024
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Povertà, solitudine e diritto alla salute “negato”: come vivono gli anziani in provincia di Terni

I risultati della ricerca commissionata dallo Spi Cgil, Attilio Romanelli: situazione sempre più critica. Da Nerni e Amelia diffida alla Regione Umbria per le liste d’attesa

Povertà, solitudine, abitazioni inadeguate e difficoltà di accesso al sistema sanitario pubblico: sono questi i “peggiori nemici” della popolazione anziana nella provincia di Terni. Un dato che emerge con chiarezza dalla ricerca “Reggere nelle difficoltà: la condizione degli anziani nella provincia di Terni”, realizzata dal sociologo Ugo Carlone per lo Spi Cgil di Terni, sulla base di 720 questionari, somministrati ad iscritti e iscritte al sindacato pensionati, in una fascia di età compresa tra i 65 e gli 80 anni.

“Questo studio ci restituisce uno spaccato molto chiaro della situazione sul nostro territorio - commenta Attilio Romanelli, segretario generale dello Spi Cgil di Terni - che ci dice prima di tutto come il 53% del campione viva con pensioni inferiori ai 1.300 euro lordi al mese e un 20-25% addirittura con pensioni minime da meno di 700 euro lordi”.

Per Romanelli questo dato fotografa una “situazione esplosiva di povertà diffusa tra le persone anziane, in particolare donne e soggetti con un basso titolo di studio”. A questo si aggiunge l’altro grande nemico delle persone anziane: la solitudine.

“Ormai da anni, ma ancora di più dopo la pandemia - spiega il segretario Spi - il sistema di relazioni sociali e di solidarietà diffusa che ha storicamente caratterizzato il nostro territorio è andato in crisi, soprattutto nei centri urbani. Questo ha comportato la perdita di meccanismi di mutuo aiuto, di relazioni, di luoghi di incontro, come ad esempio i centri sociali per anziani, che sono in profonda difficoltà. Un fenomeno che ha ripercussioni pesantissime sulla vita delle persone più fragili e in modo particolare su quelle che vivono in abitazioni che favoriscono l’isolamento”.

Il tema della casa è infatti un altro nodo che emerge con chiarezza dalla ricerca dello Spi Cgil: “Più della metà del campione che abbiamo preso in esame dice di vivere in una casa che necessiterebbe di interventi di ristrutturazione - continua Romanelli - ma ben il 55% di coloro che segnalano queste necessità non sarebbe in grado di sostenerne il costo. Un dato che fa molto riflettere proprio oggi alla luce delle scelte scellerate e classiste del governo Meloni sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura per gli interventi edilizi”.

Infine, ma non certo per ultimo, c’è il grande tema della sanità pubblica: “La stragrande maggioranza dei nostri anziani - spiega Romanelli - percepisce la propria salute come un bene non più tutelato e fortemente a rischio. Un problema ancora più stringente per chi soffre di più patologie o è non autosufficiente”.

Per lo Spi Cgil è evidente come il combinato disposto di povertà, isolamento e difficoltà di accesso al sistema sanitario costituisca un mix esplosivo rispetto al quale è necessario un drastico cambio di orientamento, in primo luogo da parte dei decisori politici. A fronte di questo, l’azione del sindacato pensionati è duplice: da una parte c’è la contrattazione sociale e territoriale che va rilanciata con i comuni e con la Usl, dall’altra ci sono le azioni di mobilitazione e anche quelle di carattere legale, come la diffida alla Regione presentata dal sindacato pensionati di Narni-Amelia per le liste d’attesa che costituiscono ormai “un’oggettiva situazione lesiva dei diritti della persona” e sono prodotte da “disservizi e omissioni” che causano anche un danno economico allo stesso sistema sanitario pubblico.

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