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Martedì, 30 Aprile 2024
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Poste in rosa, le storie: “Gli uomini? Più semplici e schematici”. “No, le donne vedono oltre e hanno un multitasking invidiabile”

Il 73 per cento della popolazione in azienda è femminile e il 67 per cento ricopre ruoli direttivi. Ne è un esempio il centro distribuzione di Terni Bramante, guidato da Antonella Renzoni, supportata da uno staff interamente femminile

Poste Italiane si conferma un’azienda in rosa anche in Umbria, dove sono veramente alti i numeri della presenza femminile: il 73% della popolazione e di questa ben il 67% in ruoli direttivi. Ne è un esempio il centro distribuzione di Terni Bramante, guidato da Antonella Renzoni, supportata da uno staff interamente femminile.

Antonella è in Poste da ventidue anni, prima come portalettere, oggi alla guida di una delle sedi più grandi della regione. “Lavorare con le donne è impegnativo, ma nel senso positivo del termine… Bisogna stare sempre concentrati perché siamo sempre un passo avanti”. La sua squadra è veramente tutta al femminile, e lei ne è felice perché “le donne vedono oltre, hanno spirito di organizzazione, iniziativa, problem solving e non per ultimo un multitasking invidiabile”.

La parità di genere, in questa azienda come nelle altre, è stata un traguardo raggiunto negli anni. “Agli inizi del mio percorso professionale, le posizioni dirigenziali erano ricoperte solo da uomini. Con il passare del tempo, questa esclusività è venuta meno, a sottolineare come la meritocrazia non abbia genere”.

Ma davvero non si discute mai in ufficio, tra una lettera e un pacco? “Discutiamo frequentemente, ma siamo sempre votate all’obiettivo finale, che raggiungiamo in tantissimi modi diversi. Con gli uomini si fatica di più, sono più rigidi”.

Daniela Agabiti, 39 anni in Poste, è la responsabile del monitoraggio qualità. “La mia attività è di garantire sempre alti standard nel recapito. Quando sono entrata, lavorare con gli uomini, che allora erano la maggioranza, voleva dire agire in punta di piedi, perché erano selettivi e con poche vie di mezzo. Oggi con le donne mi devo adeguare lo stesso, ma è più facile capirsi e trovare un punto di incontro”. Cosa ti hanno insegnato tutti questi anni in azienda? “A lavorare in squadra, a non prevaricare gli altri, perché uomini o donne abbiamo tutti un unico obiettivo”.

La specialista di produzione è un ruolo delicato, che fa da collettore tra lo staff e il mondo del recapito, dell’accettazione grandi clienti e del trasporto. A capo c’è Giuditta Chiarillo, che esordisce con una frase che racchiude tutto: “La gestione del tempo. Sì: la marcia in più di essere donna sta nella genialità degli incastri”. Anche per te si lavora meglio con le donne? “Vado controcorrente: no, perché le donne, seppur geniali, sono più prevaricatrici, mentre i colleghi più schematici e quindi più semplici. Non me ne vogliano, il mio è un complimento”.

Antonella Binaglia è invece la caposquadra delle lavorazioni interne, 36 anni di esperienza sulle spalle. “Io la penso come Giuditta: i colleghi uomini sono molto più malleabili, anche se lavorare tutti i giorni con una squadra rosa mi ha insegnato a essere più razionale nelle difficoltà e negli imprevisti quotidiani”. La vita familiare, ieri come oggi, come si è conciliata con il lavoro? “Ieri è stato prezioso l’aiuto della famiglia, oggi abbiamo tanti strumenti che ci permettono di lavorare da qualunque parte del mondo”.

Per finire, ecco i due caposquadra, Federica Picchiami e Paola Toppi. Entrambe concordano sul fatto che “lavorare con uno staff interamente rosa, fa sì che ci si comprenda meglio, avendo la stessa mentalità. Non è un mistero che le donne siano più risolutive in caso di imprevisti, perché dotate di natura di una migliore capacità di adattamento”. E proseguono: “Uomini e donne lavorano allo stesso modo, sì. Ma mentre loro sono più riflessivi, noi abbiamo meno remore e uno sprint diverso”.

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